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Roma, 14 Feb.  – “Ieri un semilibero a Pisa, stamattina un recluso nel circuito ad alta sicurezza di Lecce. Sono gli ultimi due morti per impiccamento (sarebbe forse il caso di dire per impiccagione) nelle nostre carceri, che continuando così rischiano di diventare veri e propri mattatoi. Sono già 20 i detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno. Cifre che anche il Direttore della Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giancarlo Cirielli, ha definito impressionanti, ma rispetto alle quali nulla ha potuto fare se non diramare l’ennesima direttiva destinata a non sortire effetti tangibili”.

             Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

             “E’ di ogni evidenza come il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e i suoi vertici davvero poco possano fare di fronte a quella che ormai è una vera e propria emergenza e di cui non si comprende se il Governo voglia prendere coscienza o meno. Abbiamo infatti letto le dichiarazioni del Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, con le quali annuncia la costituzione di un tavolo di lavoro per l’emergenza carceraria, tuttavia non scorgiamo alcuna misura emergenziale. Al contrario, si pensa di affrontare la deriva carceraria con strumenti ordinari, insufficienti e spesso superati. I suicidi sono solo la punta di un iceberg alla cui base sono stratificate disfunzioni di ogni tipo. Sovraffollamento detentivo prossimo al 130%, mancanza di operatori di Polizia penitenziaria per almeno il 50%, omicidi, risse, rivolte, aggressioni, traffici illeciti, violenze e sofferenze di ogni genere. A ciò si uniscano le mancanze strutturali, infrastrutturali, organizzative, nelle tecnologie e negli equipaggiamenti e il quadro, seppur approssimato per difetto, è tracciato”, argomenta il Segretario della UILPA PP.

             “Urgono interventi di natura straordinaria. Il Governo Meloni vari un decreto carceri prevedendo assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria e provvedimenti deflattivi della densità detentiva anche attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei ristretti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti. La politica tutta promuova una legge di delegazione per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Non si può restare inerti a contare i morti, conclude De Fazio.

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