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 Roma, 15 Feb. – “Ieri pomeriggio un detenuto d’origine nordafricana poco più che ventenne presso il carcere di Prato, stamani alle prime ore dell’alba un recluso rumeno di 39 anni presso la Casa Circondariale di Sollicciano si sono tolti la vita. Il primo inalando il gas dalla bomboletta da campeggio comunemente in uso per preparare cibi e vivande, il secondo impiccandosi nel bagno della sua cella al reparto giudiziario. Balza così a 11 la tragica conta dei ristretti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno, 2 a Sollicciano, cui bisogna sommare un operatore”.

 

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

 

         “Continua, nostro malgrado e nella sostanziale indifferenza della politica di maggioranza, la strage nelle carceri del Paese dove vige una pena di morte di fatto che colpisce random, in maniera indiscriminata a prescindere dall’eventuale reato commesso e indifferentemente che si sia detenuti o lavoratori. È di ogni evidenza che i timidi tentativi d’intervento da parte del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del Governo Meloni, come avevamo ampiamente previsto, si siano rivelati un placebo. I detenuti hanno perso ogni speranza e gli operatori, in primis del Corpo di polizia penitenziaria, sono stremati nell’orgoglio e avviliti nel morale, sottoposti a carichi di lavoro inumani, con turni di servizio che si protraggono ininterrottamente anche oltre le 12 ore e la negazione di diritti di rango costituzionale per poi vedere svilito ogni sacrificio con morti, traffici illeciti, malaffare e violenze di ogni genere che dilagano. Per non parlare delle 3.500 aggressioni subite nel corso del solo anno 2024. In Toscana, poi, non aiuta l’atteggiamento di chiusura del Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria in relazione alle nostre richieste d’interlocuzione proprio sulle problematiche che interessano gli istituti penitenziari di Prato e Firenze”, spiega il Segretario della UILPA PP.

 

         “Servono interventi immediati per deflazionare la densità detentiva, sono 16mila i reclusi oltre i posti disponibili, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di più di 18mila unità, e delle altre figure professionali, ammodernare le strutture, le infrastrutture e gli equipaggiamenti e assicurare l’assistenza sanitaria. Parallelamente, vanno avviate riforme complessive dell’intero apparato d’esecuzione penale nell’alveo, peraltro, di una lettura della Carta costituzionale aggiornata al contesto storico-politico”, conclude De Fazio.

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