ROMA 18/05/2020 – “A mente del decreto-legge del 10 maggio 2020, n. 20, (quello che a detta del Ministro Bonafede dovrebbe riportare in carcere alcuni detenuti cui era stata concessa la detenzione domiciliare) da oggi nei penitenziari del Paese dovrebbero gradualmente riprendere i colloqui visivi fra i ristretti e rispettivi congiunti. In tal senso, peraltro, dispone una circolare della Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del DAP. A complicare le cose, tuttavia, è intervenuto il DPCM di ieri (17 maggio 2020), secondo il quale i colloqui visivi resterebbero sospesi sino al 14 giugno prossimo”.
“Dal DAP – fa sapere Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria Nazionale, – confermano un disallineamento normativo e precisano che nella gerarchia delle fonti il decreto-legge prevale sul DPCM e che pertanto da oggi riprenderanno gradualmente, per come previsto, i colloqui visivi, ma ciononostante ci chiediamo come questo possa accadere e come ancora si possano trascurare le carceri (peraltro, se è così, ci chiediamo come mai il decreto-legge, in vigore dall’11 maggio scorso, per la parte in questione si attui da oggi)”.
“Perché è palese – incalza De Fazio – che anche dopo tutto quello che è avvenuto nei penitenziari dal mese di marzo, con 13 morti, evasioni di massa, devastazioni, etc., la disarmonia normativa così come la continua emanazione di decreti-legge rappresentano l’ennesimo sintomo dell’assenza di una visione strategica e di una sostanziale approssimazione di fondo”.
“Noi non entriamo nel merito degli scontri politici di queste ore – conclude il leader della UILPA Polizia Penitenziaria –, ma ribadiamo che, al netto dello spessore e delle capacità individuali dei nuovi vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, è indispensabile un cambio di passo della politica e una tangibile attenzione da parte del Ministro della Giustizia, che francamente non vediamo da tempo, che mettano le carceri al centro dell’agenda del Governo”.