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Roma, 05 Set.  – “Origine italiana, verso le 9.20 è stato rinvenuto impiccato nella sua cella al primo piano della Casa Circondariale d’Imperia il 69esimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno, cui vanno sommati i 7 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che, altresì, si sono tolti la vita. A nulla sono valsi i tentativi di soccorso da parte degli agenti e dei sanitari. Raggiunto così, al 5 di settembre, il numero dei suicidi registrato in tutto il 2023 a dimostrazione di un’emergenza e di una fabbrica di morte, quali sono le carceri, senza precedenti”.

 

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Mentre il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, fra annunci e marcie indietro dichiara che non ci sono soluzioni immediate, proprio quelle che si chiederebbero a un governo degno di tal nome, in carcere e di carcere si continua a perire e a soffrire. Le sofferenze più acute, peraltro, oltre che sui detenuti, vengono inflitte alla Polizia penitenziaria i cui appartenenti, vittima di aggressioni, violenze, sottoposti a turnazioni massacranti e privati persino di fondamentali diritti costituzionali, scontano le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato, abbandonati dalla politica”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

         “Francamente, non ci servono un ministro e un governo che si limitino all’analisi dei problemi, peraltro molto approssimativa e spesso fallace, ma che non indichino e mettano concretamente in campo misure efficaci e in grado di avviare a soluzione la profonda crisi carceraria nei tempi richiesti, quantomeno, dal numero e dalla frequenza dei morti. Siamo arrivati a 15mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili, mentre le voragini negli organici della Polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, si fanno sempre più marcate. Così come progressivamente più pesanti sono le carenze nell’assistenza sanitaria, le deficienze organizzative e la fatiscenza delle strutture. Al Guardasigilli, che auspichiamo non abbia frainteso questa definizione, e al Governo chiediamo quantomeno uno scatto di orgoglio che vada al di là delle chiacchiere cui abbiamo assistito finora”, conclude De Fazio.

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