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Roma, 19 Feb.  – “A togliersi la vita questa volta è stato un detenuto di 52 anni, ristretto presso la Casa Circondariale di Frosinone. È successo stamattina, a nulla sono valsi i soccorsi. Con quello di oggi sono 13 i reclusi che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, più un operatore, per un totale di ben 14 morti di carcere e per carcere in 50 giorni. Peraltro, la tragica conta dei suicidi potrebbe essere ancora più grave se si desse una qualificazione definitiva ad almeno una decina di decessi per cause da accertare”.

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Mentre l’attenzione del Governo e, particolarmente, della premier Giorgia Meloni, sembra meticolosamente focalizzata a conseguire il funzionamento dei centri di permanenza e rimpatrio con annesso il carcere in Albania, le prigioni in ‘patria’ continuano a essere abbandonate a se stesse e, con esse, detenuti e lavoratori, in primis quelli del Corpo di polizia penitenziaria, sottoposti a turnazioni disumane e privati di elementari diritti anche di rango costituzionale, spesso aggrediti e per giunta sottoposti a procedimenti disciplinari e penali”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

         “16mila detenuti oltre i posti disponibili, più di 18mila unità mancanti agli organici della Polizia penitenziaria, deficienze strutturali, infrastrutturali e negli equipaggiamenti, disorganizzazione imperante e tutto ciò che ne deriva non si risolvono con commissari straordinari e l’improbabile creazione di ulteriori posti detentivi, peraltro non accompagnata da massicce assunzioni, né tantomeno con la ricerca di capri espiatori come se dirigenti e operatori di periferia, quand’anche commettano errori, fossero gli unici responsabili di un sistema da anni alla deriva e sostanzialmente abbandonato dalla politica di maggioranza. Servono urgenti misure deflattive della densità detentiva e il corposo potenziamento della Polizia penitenziaria, oltre che delle altre figure professionali, così come necessita garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme complessive dell’intero apparato d’esecuzione penale”,  conclude  De Fazio.

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