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Si è svolto ieri il previsto incontro con l’Ufficio di Gabinetto del Ministero, rappresentato dal Vice Capo, Dr.ssa Gemma Tuccillo e dal Dott. F. Casini, Capo DGMC, sulla bozza di D.M. istitutivo del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità (qui ultim'ora in pdf).
La delegazione UILPA, aprendo gli interventi, ha sottolineato che l’attuale vertice della Giustizia minorile di comunità ha riaperto un confronto attivo con le OO.SS., tale che deve essere importato anche nelle altre articolazioni in cui è suddiviso il Ministero.
Sono state rappresentate le varie criticità che il testo produce: la necessità di armonizzare i servizi sul territorio, con la problematica rappresentata dalla duplice dirigenza, che sicuramente genererà tante difficoltà; in particolare si è esplicitata la preoccupazione circa la rappresentanza dell’Amministrazione nei confronti degli Enti Locali, con cui strettamente dialogare per realizzare le misure alternative ed i progetti di reinserimento, poiché è evidente come in tale confronto l’Amministrazione si presenterà con una duplice posizione.


E’stato evidenziato la necessità che la strutturazione della Direzione generale dell’esecuzione dei provvedimenti del Giudice Minorile, del personale e delle risorse, sia maggiormente centrata sull’esigenza di sviluppare ulteriormente la cultura del lavoro per progetti, soprattutto territoriali, modalità operativa da far sviluppare anche nei Servizi EPE. Partendo da tale modello organizzativo, per la Direzione generale è possibile prevedere uno specifico Ufficio che curi il reperimento e la gestione delle risorse, di concerto con la nuova DG Beni e Servizi che avrà competenza per l’intero Ministero; è apparso, inoltre, necessario specificare a quale ufficio affidare la competenza delle relazioni sindacali.

La delegazione UIL, esplicitando il ragionamento circa l’evoluzione dell’Amministrazione, che ha condotto alla rifondazione della Giustizia Minorile cui è stata assegnata anche l’Esecuzione penale esterna degli adulti, ha rimarcato, tuttavia, la necessità che tale importante operazione non sia realizzata unendo solo le povertà delle due organizzazioni, poiché non esistono le riforme a costo zero, chiedendo fermamente che tale strutturazione sia accompagnata da un preciso impegno nel potenziamento finanziario e, soprattutto, delle dotazioni organiche del nuovo Dipartimento, sia del Comparto ministeri che del Corpo di Polizia penitenziaria.

La UIL ha affermato, infatti di non temere i cambiamenti, sottolineando, in particolare per il Corpo, come già la norma istitutiva, all’art 1, comma 2°, prevede l’espletamento di attività trattamentali in favore dell’utenza; tuttavia ha esplicitato la necessità, al fine di evitare confusioni e differenziazioni sul territorio, che tale progetto sia accompagnato da un adeguato percorso formativo, nonché da una pertinente attività regolamentare, allo scopo di disciplinare compiti e funzioni che gli appartenenti alla Polizia penitenziaria dovranno assolvere in questo nuovo contesto.
E’ stata fatta rilevare la ridondanza delle funzioni degli Uffici della nuova Direzione generale EPE e la necessità di specificarne meglio i compiti, come pure si è evidenziata la possibilità che gli Uffici Locali EPE, retti dai funzionari, possano essere gestiti direttamente dai CGM, in modo tale da intraprendere concretamente il percorso di integrazione tra i due settori in cui è diviso il nuovo Dipartimento.
La delegazione UILPA ha chiesto di espungere il comma 3 dell’art. 9, con i successivi rimandi negli altri articoli, poiché prevedere l’articolazione in Aree degli Uffici EPE direttamente nel Decreto, renderà impossibile al Capo Dipartimento esercitare le proprie funzioni in ordine all’organizzazione dei servizi, prevedendo che tale strutturazione sia definite tramite Circolari dipartimentali, come già avviene per i Servizi Minorili e per il DAP.

Con forza si è, inoltre, rivendicata la necessaria attenzione per quale novero di Funzionari di servizio sociale, stabilmente impegnati da anni nei PRAP con funzioni diverse (formazione, contenzioso, gestione del personale, contabilità, trattamento, ecc.) da quelle svolte presso l’ufficio Epe provveditorale, per i quali l’Amministrazione ha svolto intense attività formative connesse agli incarichi e la cui professionalità si rischia di disperdere, con grave nocumento al funzionamento dei Provveditorati.
Infine, sono state evidenziate alcune incongruenze territoriali, come la necessita di attribuire, nell’allegato B, i territori di Trento e Bolzano all’UEPE di Verona, piuttosto che Venezia, perche sede più prossima, e la necessità di costituire un Presidio, che dovrà assorbire le competenze del CGM L’Aquila, in soppressione, stante la vastità del territorio e dell’utenza interessata, che renderà difficilissima la gestione dei Servizi territoriali al solo CGM di Roma, prevedendo l’eventuale accorpamento del Molise con la Campania, in ragione della prossimità territoriale.
Il Dott. Cascini, Capo del DGMC, ha replicato alle osservazioni, fornendo i seguenti spunti;
- Il problema della doppia dirigenza evidenzia la necessità di dover lavorare in modo organico sulle problematiche del personale tutto, prevedendo anche specifici interventi normativi, considerato che lo stesso Ministro ha espresso la volontà politica di operare in tal senso. Il percorso di strutturazione del Dipartimento parte con l’attuale DM e dovrà proseguire con una complessiva riforma del personale, insieme al riordino della dirigenza.

- Per la Polizia penitenziaria vi sono prassi già esistente con la necessità di regolamentarle in maniera opportuna, disciplinando l’inserimento negli Uffici EPE mediante l’esplicitazione delle funzioni con successivi atti regolamentari.
- Quando il Dipartimento verrà pienamente costituito, si aprirà un confronto serrato con le OO.SS. sulle sedi operative, sia minorili che EPE.
- Ha evidenziato come, rispetto alla precedente inesistenza di rapporti tra DAP e DGM, attualmente il confronto ed i contatti sono pressoché quotidiani, nel solco di quella integrazione tra i vari settori del Ministero fortemente voluta nell’attuale DPCM di riorganizzazione.
- In merito alla problematica dei Funzionari di Servizio Sociale che espletano altre funzioni presso i PRAP, esso sarà oggetto di ulteriore valutazione alla luce della concomitante necessità di dover reperire personale necessario per la gestione degli EPE, ragion per cui si potrebbe aprire con il DAP un ragionamento di compensazione con altre figure gestionali che transiterebbero nel DGMC.

La delegazione UILPA ha rappresentato al Dott. Cascini la necessità che le relazioni sindacali proseguano con continuità e non rimangano limitate solo all’attuale momento di necessità ma vengano realizzate costantemente su tutte gli obiettivi che l’Amministrazione si prefigge.
In conclusione il Vice Capo di Gabinetto, Dr.ssa Tuccillo, ha ribadito come quello del DM è un lavoro complesso che necessita adesso della fase di partenza, allo scopo di poter successivamente affrontare le problematiche che oggi non possono trovare soluzione.
Infine, il Capo di Gabinetto, Dott. G. Melilllo, intervenuto successivamente, incalzato dalla UILPA sullo stato dell’arte della riqualificazione e sulla convocazione in merito all’attuazione dell’art. 21 quater della L.132/2015, ha affermato di aver dato disposizioni in merito al DOG, compatibilmente con i numerosi impegni dettati dall’attuazione del DPCM sulla riorganizzazione del Ministero, i cui atti sono in scadenza.

f.to Algozzino – Ferrandino - Amoroso

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