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ROMA 09 settembre 2017. Rimbalza sui quotidiani e nei TG odierni la notizia che il Comitato prevenzione tortura del Consiglio d’Europa ha eccepito che “molti istituti operano al di sopra delle proprie capacità” a causa del sovraffollamento e che l’Italia deve rispettare gli standard previsti in termini di spazi, invitando le autorità Italiane a richiamare formalmente le forze dell’ordine ricordando loro che i diritti delle persone in loro custodia devono essere salvaguardati.

Se pensiamo a ciò che è successo dopo la sentenza della CEDU del 2013 c’è da mettersi le mani nei capelli -afferma Angelo Urso segretario generale UIL PA P.P. - perché gli effetti dei provvedimenti adottati dopo quella sentenza sono stati drammatici per la Polizia Penitenziaria costretta ad affrontare un aumento smisurato di eventi critici: autolesionismi, risse, incendi, devastazioni e aggressioni. Non oso immaginare, quindi, cosa potrà succedere ancora con l’adozione di nuovi provvedimenti.

Ingenerose le accuse di maltrattamenti nei confronti degli arrestati anche se riferibili solo “in alcune occasioni durante la custodia” e quindi attribuibili a quella stessa Polizia Penitenziaria costretta a condizioni di lavoro disumane.

Sia chiaro - sottolinea Urso - nessuno vuole giustificare quegli episodi ed è per questo che condividiamo l’affermazione che se “ai maltrattamenti non segue una risposta pronta ed efficace, coloro che sono propensi a maltrattare crederanno di poterlo fare senza essere puniti. Vorrei però sentire le stesse parole nei confronti dei numerosi detenuti che in questi anni hanno triplicato le aggressioni e gli atti di violenza nei confronti della Polizia Penitenziaria proprio perché il senso di impunità che si registra nelle carceri ha effetti devastanti. Soltanto ieri a Civitavecchia si è ripetuto un incendio doloso all’interno di una cella e 3 agenti sono ricorsi alle cure del PS per intossicazione, a Salerno invece un detenuto ha colpito due agenti che hanno riportato la frattura del setto nasale e lesioni alla testa e anche loro sono dovuti ricorrere alle cure del locale PS; situazione analoga a Benevento, dove a essere aggredito è stato un Assistente della Polizia penitenziaria”.

Noi siamo stanchi di essere additati come i responsabili di un sistema in crisi e allo sbando, abbandonato a se stesso da vertici che nulla fanno per invertire una tendenza che è diventata un vero e proprio allarme sociale e che -ad avviso della UIL- richiederebbe una dichiarazione dello Stato di emergenza della polizia penitenziaria e l’adozione di conseguenti provvedimenti in materia di risorse, organici, mezzi e strumenti di lavoro.

Buona l’idea di far espiare la pena agli stranieri nel loro Paese di origine, meno quella di incentivare misure alternative al carcere già ampie, tuttavia l’esigenza è quella di gestire le carceri, la sicurezza degli stessi, l’incolumità di chi ci lavora e il rispetto delle leggi dello Stato e per fare questo ci vuole una volontà che oggi non si riscontra.

Per questo siamo convinti – chiosa il leader della UIL – che oltre all’assunzione straordinaria di uomini e donne della Polizia Penitenziaria, serve dotare il personale in servizio a contatto con i detenuti di telecamere, di dispositivi utili a dare l’allarme e di programmi di formazione in grado di realizzare regole d’ingaggio predefinite nelle situazioni critiche.

E a proposito della riforma dell’ordinamento penitenziario registriamo che questa sta andando avanti coinvolgendo enti e associazioni di ogni genere che forniscono anche indicazioni rispetto a come deve operare la Polizia Penitenziaria che, viceversa, ad oggi è stata completamente ignorata. Il Ministro della Giustizia e il Governo devono capire che non si può legiferare sull’affettività in carcere, sulla radicalizzazione in carcere, sulla sorveglianza dinamica, sui detenuti affetti di disagio ecc… senza considerare le conseguenze che tutto ciò avrà sulla Polizia Penitenziaria e senza coinvolgere i sindacati sui risvolti operativi che ne deriveranno.

Anche per questo la UIL insieme a tutte le altre OO.SS. della Polizia Penitenziaria ha proclamato una manifestazione nazionale di protesta in piazza Montecitorio a Roma in data 19/9/2017.

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