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        ROMA, 4 settembre 2017 – Mentre si realizza una specie di ossimoro perché le istituzioni e, in primis, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria latitano, continua senza tregua la spirale di violenza nelle carceri italiane”.

         È quanto sostiene Angelo Urso, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, che interviene nuovamente sulla sequela di gravi criticità che sta imperversando sul sistema penitenziario del Paese. Urso spiega: “dopo gli accadimenti dei mesi, delle settimane  e dei giorni scorsi, tra cui la sommossa di Pisa, ci attendevamo interventi proporzionati alla gravità della situazione complessiva che mette a rischio la tenuta organizzativa e, in definitiva, il mantenimento dell’ordine e della sicurezza negli istituti penitenziari. Invece gli operatori, la Polizia penitenziaria e finanche la dirigenza penitenziaria sono abbandonati a lori stessi; si continuano a registrare solo parole inconcludenti e prive di significato pregnante. Così, ieri presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere un detenuto ha appiccato un incendio e quattro appartenenti alla Polizia penitenziaria sono rimasti intossicati. La replica oggi pomeriggio presso la Casa Circondariale di Civitavecchia, dove un recluso ha dato fuoco alla propria camera e, non contento, ha aggredito gli operatori di Polizia penitenziaria che sono intervenuti per domare l’incendio e condurlo in salvo. Anche a Civitavecchia è stato necessario evacuare l’intera sezione detentiva”.

         “Ho detto nei giorni scorsi, e lo ripeto, – continua il leader della UILPA PP – che ci troviamo nel mezzo di una deriva di violenza che si autoalimenta, una sorta di circolo vizioso in cui la violazione delle più elementari regole di civile convivenza la fa da padrone e le aggressioni, anche gravi, alla Polizia penitenziaria sono quotidiane e incontrollate. Ribadisco che sono necessari interventi tangibili e immediati, ferma restando la necessità ineludibile di riformare il sistema”.

         “Prendo favorevolmente atto – argomenta ancora Urso – delle dichiarazioni del Ministro Orlando concernenti l’intento di licenziare le prime parti di riforma all’ordinamento penitenziario entro la metà di settembre, ma temo che non sia sufficiente. Le riforme, auspicando ovviamente che vadano nella giusta direzione e, soprattutto, che consentono un reale confronto partecipativo, sono evidentemente indispensabili, ma le situazioni impellenti vanno affrontate immediatamente”.

         “Non vorremmo – conclude Urso – che, come in un detto popolare, nelle more che il medico si formi il malato dovesse defungere, anche perché con il malato è in gioco la tenuta del tessuto democratico del Paese”.

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