Bisogna riconoscere la specificità delle Forze di Polizia e creare un “modello di sicurezza” per rispondere concretamente al pericolo terrorismo e radicalizzazione in carcere, ma anche contro la criminalità.
“Un tavolo specifico per le Forze di Polizia in cui si parli di riordino delle carriere, di rinnovo contrattuale e dove si gettino le basi per un accordo quadro sul “modello sicurezza” che si vuole applicare nel nostro Paese perché solo una volta stabiliti numeri e strumenti si potrà realizzare un sistema che ci porti ad essere in linea con le nuove esigenze, emergenze e i nuovi pericoli che ci troviamo ad affrontare”.
E’ questo quanto richiesto al premier Gentiloni da Angelo Urso, Segretario Generale UILPA Polizia Penitenziaria che pone, tra l’altro, attenzione su un rischio che si fa sempre più concreto: “l’applicazione di decisioni unilaterali che rimodulano gli stipendi, non solo esclude le organizzazioni sindacali dal tavolo delle trattative ma rischia di compromettere un’efficace riordino delle carriere che risponda alla necessità di efficientare il sistema di sicurezza del Paese”.
In questi giorni l’intensa attività nella gestione dell’emergenza terremoto e maltempo nel Centro-Italia e delle conseguenze che questa ha sulla mole di lavoro delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco in termini di carichi di lavoro, dimostra se mai ce ne fosse bisogno la centralità della questione sicurezza e soccorso pubblico.
La questione, infatti, non può essere soltanto economica. Non appaiono sufficienti, seppur positive, le promesse di ridistribuzione del bonus di 80 euro (intanto sospeso) e il completamento del riordino delle carriere, ma è necessaria un riflessione più ampia sul problema.
“Sono anni che ci battiamo per vedere riconosciuta e applicata la cosiddetta “specificità” già prevista e definita nella legge 183 del 2010, ma ad oggi è ancora priva di contenuti. Da qui la richiesta urgente di convocare un tavolo su cui confrontarsi e lavorare per riequilibrare i trattamenti del nostro comparto ai nuovi carichi di lavoro e ai pericoli che il cambiamento della società riflette sui nostri ruoli e compiti”.
Rinviare il confronto non aiuterebbe di certo ad arrivare al risultato di garantire maggiore sicurezza ai cittadini attraverso donne e uomini in divisa efficienti, efficaci e gratificati.
“Due i pericoli all’orizzonte – conclude Urso - e cioè la spada di Damocle rappresentata dal rischio di elezioni anticipate e il 28 febbraio data di scadenza della delega per il riordino che potrebbero rimandare nel tempo un problema che invece merita la massima attenzione oggi”.