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Roma, 21 Mar.  – “Nel pomeriggio, proprio nel mentre era in corso una visita del Cardinale Matteo Maria Zuppi, una detenuta 55enne di origini slovacche è stata rinvenuta esanime nella sua cella del carcere della Dozza di Bologna per aver inalato del gas dalla bomboletta da campeggio comunemente in uso per la preparazione di cibi e bevande. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari. Non è chiaro se si sia trattato di un suicidio o se la reclusa avesse solo intenzione di ‘sniffare’ il gas per procurarsi effetti allucinogeni. Di certo c’è un’altra vita spezzata che si unisce ai 28 suicidi, 25 fra i ristretti e 3 fra gli agenti, che hanno investito le carceri dall’inizio dell’anno”.

          Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Nel caso di specie, torna peraltro alla ribalta il tema mai affrontato del libero utilizzo delle bombolette da campeggio, le quali anche simbolicamente testimoniano il teatro di guerra costituito dalle nostre prigioni. Nell’epoca della transizione ecologica e digitale, come dell’intelligenza artificiale, nella stragrande maggioranza delle carceri sembra di essere all’età della pietra. Iperbole, non troppo azzardata, che non investe solo i detenuti, ma anche gli operatori i cui luoghi di lavoro sono insalubri e insicuri, oltre che neppure minimamente dignitosi, e gli equipaggiamenti spesso di fortuna”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

         “Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e la Premier, Giorgia Meloni, hanno il dovere di fermare la strage in atto. Ascoltino almeno le parole del Presidente Mattarella: organici della polizia penitenziaria, sovraffollamento e assistenza sanitaria sono le priorità. Ammontano a 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria e sono 14mila i reclusi oltre la capienza regolamentare, mentre gli ammalati, anche con patologie psichiatriche, finiscono molto spesso per essere abbandonati a se stessi. Si prenda atto della conclamata emergenza e si vari subito un decreto carceri, quantomeno per affrontare queste primissime urgenze”, conclude De Fazio.

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