Roma, 16 ago. – “L’altissimo numero dei suicidi fra i detenuti, 52 quelli che da gennaio a oggi hanno deciso di evadere dalla vita, è in parte ascrivibile anche al fallimento del modello detentivo che con la falsa denominazione di ‘sorveglianza dinamica’, ma attuata con celle aperte, ristretti per lo più in ozio e sottoposti a vigilanza irrisoria, quando non del tutto assente, genera traffici illeciti, violenze e soprusi di vario genere”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Sotto la qualificazione di ‘sorveglianza dinamica’, modello detentivo avviato per superare le censure della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo mosse con la cosiddetta sentenza Torreggiani dell’8 gennaio 2013, si cela di tutto, ma con un unico comune denominatore: si rinuncia alla sicurezza delle carceri. Questo è il dato di fatto più evidente e che non teme smentite, considerato pure l’altissimo numero degli eventi avversi e le aggressioni, sempre crescenti, alla Polizia penitenziaria e a agli stessi detenuti, con persino qualche omicidio. Ci sembra verosimile che tale spirale di violenza e, quasi, di ‘autogestione incontrollata’ si ripercuota anche sugli stessi detenuti, in una specie di ‘legge della giungla’, dov’è altamente probabile che i più ‘sensibili’ non reggano ai soprusi”, argomenta il Segretario della UILPA PP.
“Peraltro, non ci sfugge che il Capo del DAP, Carlo Renoldi, nel luglio scorso ha diramato direttive ‘per il rilancio del regime e del trattamento penitenziario’, le quali tuttavia dal 15 settembre interesseranno, in via sperimentale, pochi istituti penitenziari in quattro provveditorati regionali. Si tratta inoltre di disposizioni che richiedono una lunga fase di sperimentazione, analisi e attuazione non destinate certamente a dare quello scatto immediato che la gravità dell’emergenza penitenziaria richiede. A medio termine, non fermeranno la violenza, non freneranno le aggressioni e, temiamo, non ridurranno i suicidi”, aggiunge il sindacalista.
“Per di più, le cennate direttive si scontreranno anche con le deficienze ataviche delle carceri, fatte soprattutto d’organici inadeguati, 18mila su 36mila in servizio le unità mancanti alla Polizia penitenziaria, un’architettura (dis)organizzativa diabolica e tecnologie ed equipaggiamenti inadeguati”, spiega ancora il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“In attesa dell’Esecutivo che emergerà dal voto del 25 settembre e nella speranza, temiamo illusoria, che voglia farsi carico della grave crisi delle carceri già a partire dalla legge di bilancio, pensiamo che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e chi ne detiene la massima responsabilità debba assumere provvedimenti immediati anche per arrestare la violenza, specie in quelle realtà dove maggiori sono le criticità e le aggressioni, quali Firenze Sollicciano, Monza, Catanzaro, Augusta, Sanremo, Salerno, Cagliari, Taranto, Bologna, Roma Regina Coeli e Padova Due Palazzi, solo per citarne alcune, per ristabilire la presenza e le regole dello Stato. Così come, nelle more dell’auspicabile riduzione della densità detentiva, sarebbe indispensabile uniformare il sovraffollamento fra le varie carceri. In mancanza, temiamo che già dalle prossime settimane, il clima complessivo possa farsi ancora molto più incandescente”, conclude De Fazio.