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Roma, 10 ago.“A 24 ore dalla circolare per le ‘Iniziative per un intervento continuo in materia di prevenzione delle condotte suicidiarie delle persone detenute’, emanata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) lo scorso 8 agosto, si sono consumati altri due suicidi di ristretti, a distanza di poche ore l’uno dall’altro, rispettivamente, a Napoli Poggioreale e a Napoli Secondigliano. Il numero, altissimo, di coloro che hanno deciso di farla finita fra le sbarre dall’inizio dell’anno sale dunque a 49.  Mai come in questa circostanza l’adagio popolare per il quale mentre il medico studia il malato, in questo caso il detenuto, muore ci sembra azzeccato. E con il detenuto muore anche, un po’ alla volta, la Costituzione repubblicana, attentata da una politica inetta e ipocrita che non sa, non riesce o non vuole trovare una soluzione credibile per sollevare le sorti dell’esecuzione penale e, particolarmente, delle carceri”.

          Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “La circolare a firma del Capo del DAP, Carlo Renoldi, diramata l’altro ieri è di per sé condivisibile nei principi e negli obiettivi, pur riprendendo in buona parte strategie e concetti già sperimentati e sostanzialmente falliti soprattutto per l’insufficienza delle dotazioni organiche delle diverse figure professionali attrici e la disorganizzazione ancestrale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dovuta anche a un’architettura a dir poco farraginosa. Crediamo, peraltro, rappresenti il massimo che si potesse fare a livello amministrativo. Tuttavia, a nostro avviso, non serve quasi a nulla per le stesse ragioni già accennate. La Polizia penitenziaria è mancante di 18mila unità, per giunta sottodotata di strumentazioni ed equipaggiamenti, e così dicasi per gli altri profili professionali deputati a mettere in atto le disposizioni; a tutto ciò si aggiunga un servizio sanitario in carcere ancora più in affanno che nel resto del Paese e il dado è tratto. Si tratta, in sostanza, dell’ennesima buona intenzione di cui sono lastricate le vie dell’inferno”, spiega il Segretario della UILPA PP.

         “Da tempo diciamo che la grave emergenza penitenziaria, connotata pure da sovraffollamento detentivo, non è affrontabile, se non marginalmente, per via amministrativa, ma che servono interventi legislativi investendo le risorse necessarie. Sarebbero stati indispensabili un decreto-legge per affrontare le urgenze più impellenti e, parallelamente, una legge delega per le riforme strutturali. Adesso, realisticamente, non rimane che attendere il prossimo esecutivo, sperando che si dimostri all’altezza delle attese, senza sottovalutare che in autunno l’eventuale recrudescenza dei contagi da Covid-19 e possibili tensioni sociali si andrebbero a sommare alle pesantissime criticità preesistenti e potrebbero innescare nuove proteste e disordini generalizzati. Speriamo di sbagliarci”, conclude De Fazio.

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