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Comunicato stampaROMA, 20/10/2021“La videosorveglianza è certamente essenziale per la sicurezza di operatori e detenuti nelle carceri, ma deve essere uno strumento di vigilanza attiva d’ausilio all’attività operativa e ottenibile con la visione ‘in diretta’ delle immagini per prevenire e, se mai, bloccare sul nascere qualsiasi evento indesiderato e non, invece, un sistema passivo destinato ad accumulare file registrati per la visione postuma a fatti ormai consumati. Per far ciò, è necessario accompagnare l’installazione dei sistemi di ripresa con una seria e compiuta politica degli organici che consenta di presidiare i monitor dei circuiti interni. Oggi, infatti, anche dove la videosorveglianza è in funzione, molto spesso le sale monitor non vengono presidiate o l’Agente ivi addetto deve espletare una molteplicità di altre incombenze che inevitabilmente lo distolgono dalla visione delle immagini”.

 

            Così Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commenta le dichiarazioni del Sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, riportate da alcune agenzie di stampa.

         “Condividiamo, e lo diciamo da tempo, – prosegue il Segretario della UILPA PP – il convincimento che sia arrivato il momento del ‘fare’, dopo il troppo dire, ma proprio per questo occorre un ulteriore sforzo di concretezza. Il Corpo di polizia penitenziaria è carente di 17mila unità, secondo uno studio condotto dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e di certo approssimato per difetto, per cui non basta a risolvere il problema l’aver previsto assunzioni straordinarie per 2.249 Agenti diluite fra gli anni 2022 e 2025. Tanto più che stante pure lo smembramento delle scuole perpetrato con la spendig review degli anni scorsi diventa improbabile riuscire a reclutarle, a meno che diversamente da quanto comunemente auspicato non si voglia rinunciare alla formazione”.

         “Per noi – aggiunge ancora De Fazio – è necessario che il Governo intervenga in via emergenziale e d’urgenza con un decreto carceri che preveda investimenti per tecnologie, equipaggiamenti, ampliamento dell’organico e corpose assunzioni straordinarie per la Polizia penitenziaria. Per raggiungere quest’ultimo obiettivo, peraltro, è indispensabile potenziare le scuole di formazione del Corpo, magari – visto anche che alcune strutture sono state improvvidamente cedute – convertendo allo scopo caserme dismesse delle Forze Armate e che, per concezione architettonica, sarebbero certamente più funzionali a ospitare centri di addestramento e non carceri che rispondano a moderne esigenze penitenziarie, come di tanto in tanto si paventa”.

 

            “Questo per noi – conclude – significherebbe fare; il resto, nostro malgrado, continuerebbero a essere solo parole”.

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