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Tagli alla Polizia penitenziaria - La UILPA Polizia Penitenziaria sull' Huffingtonpost -  Tagli alle carceri in manovra. Le proteste degli addetti ai lavori: "Silenzio di via Arenula". La preoccupazione delle associazioni

Ma se su questo fronte si viaggia spediti, su altri si rallenta. Chi lavora in carcere è in agitazione perché non ha digerito i tagli previsti in manovra. A Nordio contestano il non essersi opposto alla misura e il non aver battuto ciglio a cose fatte. Intervenendo a un evento della fondazione Einaudi, il ministro si è giustificato così: "Il taglio lineare che é stato fatto non era trattabile, come é giusto che sia. L'emergenza economica impone di devolvere queste riforme a chi non riesce ad arrivare alla fine del mese". Parole, accompagnate da un "risolveremo in futuro", che non sono piaciute ai sindacati di polizia penitenziaria, all'opposizione e le associazioni che si occupano di diritti dei detenuti.

Ma cosa è successo? La legge di bilancio ha imposto un taglio ad alcune voci di spesa che riguardano il mondo penitenziario. Dopo le proteste, nella versione bollinata è stato tolto il riferimento sui tagli al personale, ma si chiede comunque al Dipartimento di amministrazione penitenziaria di sforbiciare "mediante la razionalizzazione e l'efficientamento dei servizi negli istituti penitenziari". Nello specifico, si chiedono risparmi di "non inferiori a 9.577.000 euro per l'anno 2023, 15.400.237 euro per l'anno 2024 e 10.968.518 euro annui a decorrere dall'anno 2025".
"Cosa vuol dire efficientamento?", si chiede, parlando con HuffPost, Gennarino De Fazio, leader del sindacato Uilpa. "Tenere insieme risparmio ed efficientamento mi sembra un ossimoro. Speravamo che dopo i proclami e le parole della premier durante il discorso per la fiducia, le cose sarebbero cambiate. E invece no, le condizioni in cui lavora il personale continueranno a essere indegne". De Fazio ricorda che la polizia penitenziaria ha un deficit di 18mila unità e che l'ultima volta che c'è stato uno stanziamento extra erano ancora i tempi del governo gialloverde. "Dopo non ci sono stati fondi in più, ma neanche tagli".
Secondo quanto risulta ad HuffPost, al Dap si chiede in particolare di tagliare su tutto ciò che riguarda le attività dei detenuti e, soprattutto - parliamo di 33 milioni - alla voce di spesa che contiene le mense e la gestione logistica e quotidiana delle strutture. "Al personale - chiosa De Fazio - mancano strumenti essenziali, come le divise, a volte anche le scarpe. Speravamo in un investimento non solo materiale, ma anche in termini di formazione e di salubrità degli ambienti di lavoro". Non è stato così.

Non si sofferma sui numeri ma su una questione più generale Patrizio Gonnella di Antigone: "Non c'è una visione della pena, manca l'attenzione alla vita quotidiana dei detenuti. In un momento in cui si registra il record di suicidi in cella, ci saremmo aspettati più sensibilità rispetto alla qualità della vita dei reclusi, degli investimenti sulla salute e su tutto ciò che possa ridurre il disagio". Gonnella non punta direttamente il dito contro questo governo, perché, ci spiega, non è il primo a dimenticarsi del mondo penitenziario: "È un trend con cui ci confrontiamo da tempo. Il carcere vive nella rimozione della politica, che ha paura di affrontare un tema che porta alla perdita di consensi". Il taglio sulle carceri - come gli altri tagli in manovra, del resto - non piace alle opposizioni. Che sono pronte a incalzare il ministro su questo punto quando, tra pochi giorni, esporrà le linee programmatiche alle commissioni.

Gli applausi di Renzi per gli ispettori a Firenze

Di rimessa sulle carceri, d'attacco nei confronti dei pm. Rispondendo a un'interrogazione di Matteo Renzi sul caso dell'inchiesta sulla fondazione Open, Nordio ha compiuto un gesto inedito nei confronti dei suoi ex colleghi pm. Il leader di Italia Viva lamentava con il ministro il fatto che i pm di Firenze avessero mandato al Copasir degli atti che la Cassazione aveva ordinato di distruggere. "I fatti enunciati nell'interrogazione saranno oggetto di immediato e rigoroso accertamento conoscitivo attraverso l'Ispettorato generale", ha replicato il ministro. "Questo dicastero procederà a una approfondita valutazione di tutti gli elementi acquisiti al fine di assumere le eventuali iniziative. L'indagine conoscitiva avrà l'assoluta priorità nell'attività ispettiva e le determinazioni che ne deriveranno saranno adottate con la consequenziale rapidità". Un pugno duro contro i magistrati che potrebbero aver sbagliato, salutato da Italia Viva come "una decisione di giustizia e coraggio".

L'autocritica sul decreto rave

Il governo, dopo aver introdotto un nuovo reato nel suo primo decreto in assoluto, ha dovuto rimediare. Non cancellando il reato, ma rendendo più chiara la norma. Che, per come era scritta, rischiava di essere applicata anche a contesti completamente diversi dai rave party. Nordio ha riconosciuto che si poteva fare di meglio: "Una legge scritta bene è di facile applicazione. Possiamo fare una certa autocritica, nessuno è perfetto ma si può sempre rimediare, come stiamo facendo ora con gli emendamenti che il governo ha proposto sul decreto sui rave party", ha dichiarato alla Fondazione Einaudi. La domanda che qualcuno, fuori dalla platea amica, si è fatto è stata: "Ma non avrebbe potuto pensarci prima?".

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