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Comunicato stampa   ROMA, 12/02/2022 – “Il dodicesimo suicidio dall’inizio dell’anno nelle nostre carceri si è tragicamente consumato ieri sera, verso le 21.30, nel penitenziario romano di Regina Coeli. A decidere di farla finita è stato un detenuto originario del Marocco, di soli 24 anni, in carcere per rapina.  Si è tolto la vita inalando il gas della bomboletta del fornello da campeggio comunemente usato per cucinare. La media si porta così a un suicidio ogni tre giorni e mezzo, cui vanno aggiunti anche i due appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita in questo 2022 ancora alle battute iniziali, ma funesto come non mai nelle prigioni”.

 

            Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, che poi rincara: il sistema carcerario è letteralmente allo sbando, ma, quel che è più grave, è abbandonato a se stesso dalla politica, dalla Ministra della Giustizia e dal Governo. Abbiamo ragione di ritenere che la stessa Amministrazione penitenziaria non trovi le risposte politiche che auspica. Tuttavia, al di là delle disquisizioni teoriche e del chiacchiericcio della politica, quella cui stiamo assistendo è una carneficina che, in un paese che voglia dirsi civile, va immediatamente fermata. Se si continuasse con questa media, in un anno morirebbero ben oltre cento detenuti”.

 

            “Non è più il tempo di indugiare né delle passerelle – ammonisce il Segretario della UILPA PP –; il Governo vari immediatamente un decreto-legge per mettere in sicurezza le carceri, sia sotto il profilo di quella che è una vera e propria emergenza umanitaria, sia sotto l’aspetto della tenuta dell’intero sistema, il quale vede gli operatori di Polizia penitenziaria patire aggressioni alla media di oltre cento al mese, ormai allo stremo, e impossibilitati ad assolvere al proprio ruolo, come dimostrato anche dai suicidi. Servono, altresì, interventi urgentissimi per migliorare le strutture e le infrastrutture, ma soprattutto per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, e fornire gli equipaggiamenti”.

 

            “Parallelamente, il Parlamento dovrebbe approvare una delega per la riforma complessiva dell’esecuzione penale, che reingegnerizzi il carcere e riorganizzi compiutamente il Corpo di polizia penitenziaria. Non ce ne voglia nessuno, ma tutto questo, almeno per noi, – conclude De Fazio – sembra ancora più importante e urgente della carriera dei magistrati”.

 

 

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