Nota n. 8727 - Da troppo tempo presso la Casa Circondariale di Genova “Marassi” continua a essere teatro di problematiche operative e veri e propri disordini che, evidentemente, non solo sembrano minare il regolare svolgimento della vita inframuraria, ma sono spesso causa di pesanti conseguenze per gli operatori della Polizia penitenziaria.
Frequentissimi, infatti, sono gli episodi di violenza fra ristretti, ma non rari sono i casi in cui analoga violenza si riversa sugli operatori del Corpo, oggetto di continue aggressioni anche fisiche.
Solo nelle ultime ore, ben due le aggressioni, in altrettanti episodi, con un poliziotto preso a morsi e un altro a bastonate.
È di ogni evidenza che, anche al di là di qualsiasi disquisizione sulla natura della pena e il senso di un simile stato di detenzione, in cui parlare di regole, recupero, rieducazione, etc., sarebbe molto più che una contraddizione in termini, la situazione rischia di sfuggire di mano e porre problemi non solo per l’ordine e la sicurezza interni, ma persino per l’ordine pubblico; tralasciando il rischio – comunque da non sottovalutare – di radicalizzazione islamica, non avendo compiuti elementi di conoscenza in tal senso.
Così com’è palese che coloro che rappresentano lo Stato non possono continuare ad essere quotidianamente esposti alle invettive e, come detto, alle violenze fisiche di chi, quasi indisturbato, prosegue durante la carcerazione il suo progetto criminale senza che l’Amministrazione adotti misure compiute, concrete e tangibili in grado, in primis, di salvaguardare l’incolumità de propri dipendenti e, non per ultimo, restituire un senso alla detenzione che non deve tradursi, naturalmente, in palestra del crimine.
Per quanto accennato, si prega la S.V. di voler intervenire per quanto di diretta competenza in relazione alla gestione operativa e detentiva dell’istituto penitenziario di cui si discute e di notiziare questa Organizzazione delle misure intraprese o che intenderà intraprendere al fine di ivi ripristinare il rispetto delle regole penitenziarie, oltre che di civile convivenza, e tutelare l’incolumità della Polizia penitenziaria.
Con l’occasione, si chiede altresì di sapere se presso la Casa Circondariale di Genova “Marassi” siano o meno attive sezioni ex art. 32, DPR n. 230/2000, e in che misura vi si faccia ricorso; in caso negativo, si chiede di sapere come vengono gestiti i detenuti protagonisti di episodi di violenza.
Nell’attesa, molti cordiali saluti. F.to: Il Segretario Generale Angelo Urso