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Soprattutto nel corso degli ultimi anni, ma anche delle ultime settimane, in relazione alla nuova geografia penitenziaria disegnata dai vari piani carcere e dall’attuazione del modello di circuito differenziato regionale, nonché in una presunta ottica di spending review, sono molte le sedi penitenziarie ed i corrispondenti Reparti del Corpo di polizia penitenziaria che sono stati soppressi.

         Gli operatori che vi erano assegnati, di conseguenza (in verità neanche troppo diretta), sono stati inviati, talvolta anche con indennità di missione, talvolta senza oneri a carico dell’Amministrazione, a prestare servizio in altre sedi con le procedure più disparate.

         Pure in questo campo, non vi è stata dunque alcuna linearità e coerenza da parte dell’Amministrazione, la quale sembra preoccuparsi di ribadire la sua unitarietà solo quando si ventilano ipotesi di riordino delle carriere, dimenticando – o fingendo di dimenticare – che le vere disgregazioni si registrano fra le Dirigenze generali, così come fra le sedi penitenziarie anche più contigue (famoso l’ancora attuale aforisma “ogni carcere un ministero”).

         Soprattutto, non pare che l’Amministrazione centrale abbia ottemperato ai suoi precipui doveri, così come non si ha notizia di direttive fornite alla periferia.

         Infatti, nonostante fosse stato formalmente e ripetutamente richiesto da questa Organizzazione Sindacale anche nel corso dei confronti propedeutici alla realizzazione degli ultimi due piani di mobilità ordinaria, non è stata data concreta attuazione al dettato di cui al 3° comma, art. 12, del PCD del 5 novembre 2012 (“Le assegnazioni di cui ai commi 1 e 2 sono disposte con precedenza sulla graduatoria formata in seguito all’interpello nazionale vigente”), con il rischio che gli interessati possano essere ulteriormente danneggiati dalla copertura dei posti disponibili in organico presso le sedi ambite.

         A tale ultimo proposito, si rappresenta sin d’ora che per questa O.S. i posti da offrire agli operatori di cui si discute dovranno essere tutti quelli che si sono resi disponibili dalla data di soppressione del reparto di appartenenza a quella in cui si darà corso alla stabilizzazione.

         In ogni caso si richiede l’urgentissima convocazione delle Organizzazioni Sindacali rappresentative al fine di individuare percorsi condivisi che possano determinarne in breve tempo il doveroso trasferimento definitivo.

         Nell’attesa, molti cordiali saluti.

Nota: 8159

 

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