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Comunicato stampa -  ROMA 24/06/2021“Da tempo denunciamo, fra le numerose e gravissime difficoltà che investono il sistema carcerario, il particolare problema dei detenuti infermi di mente che non trovano posto o che giuridicamente non possono essere ospitati nelle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, restando così in carcere, spesso nei circuiti ordinari, senza ricevere l’assistenza e le cure necessarie e costituendo, anche loro malgrado, un ulteriore problema per la Polizia penitenziaria e per l’ordine carcerario”.

          Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, a seguito dell’istruttoria avviata dalla Corte Costituzionale e sollecitata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Tivoli, il quale aveva disposto il ricovero di un imputato in una REMS senza che ciò potesse trovare esecuzione per quasi un anno per mancanza di posti nell’ambito della regione Lazio.

         “Sia questa allora l’occasione – prosegue il leader della UILPA Polizia Penitenziaria –, come abbiamo di recente chiesto anche alla Ministra della Giustizia Cartabia, per affrontare compiutamente e alla radice la questione, procedendo con riforme che consentano una gestione oculata e sanitaria di tutti gli affetti da patologie psichiatriche sottoposti a misure restrittive della libertà personale per ragioni penali, in ogni fase e grado del procedimento e dell’esecuzione”.

          “Il problema, peraltro, si riversa pesantemente anche sulla Polizia penitenziaria, non formata allo scopo, non solo sotto il profilo della corretta gestione dei detenuti infermi, ma anche per le frequentissime aggressioni subite da questi ultimi e che contribuiscono significativamente a far lievitare le aggressioni totali, pari fino al 30 giugno scorso a 397, conteggiando solo quelle più gravi. È giunto allora il momento che il Governo e il Parlamento risolvano la questione, magari muovendo dal progetto di riforma all’ordinamento penitenziario già proposto dall’allora Ministro Orlando, in esito agli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, ma poi non recepito nella parte che riguardava, appunto, i malati di mente. La soluzione è lì a portata di mano – conclude De Fazio –, basta volerla!”

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