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Comunicato stampa -  ROMA, 19/05/2021“Come recentemente ammesso anche dal Capo del DAP Bernardo (Dino) Petralia, con l’obiettività che lo contraddistingue, le aggressioni dei detenuti nei confronti della Polizia penitenziaria nelle carceri del Paese continuano ad aumentare e superano ormai di gran lunga le due al giorno, solo a voler conteggiare quelle più gravi. Le cause sono molteplici e sono da ricercarsi soprattutto nell’inefficienza dell’attuale modello custodiale, nell’infelice gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche, nell’insufficienza degli organici del personale e degli equipaggiamenti, nonché in un impianto normativo inattuale e che non favorisce né la prevenzione né la repressione in forma di deterrente”.   A fare il punto sulle continue aggressioni agli operatori penitenziari perpetrate da detenuti nelle carceri è, ancora una volta, Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “Un’escalation, quella delle aggressioni, – continua il leader della UILPA PP – che oltre ai danni diretti e immediati crea a nostro avviso evidenti conseguenze paradossali: non di rado, infatti, gli stessi artefici delle aggressioni pensano di difendersi attaccando e denunciano a loro volta gli operatori sostenendo di essere stati malmenati, suscitando clamore mediatico, attenzione (com’è noto, fa notizia se l’uomo morde il cane) e indagini della magistratura, nella quale si ripone incondizionata fiducia, che legittimamente e doverosamente apre decine di fascicoli ipotizzando finanche il reato di tortura” “Ferma restando, come detto, l’incondizionata fiducia nella magistratura e in tutti gli organi inquirenti e al di là di possibili casi isolati di Agenti infedeli, di solito individuati e perseguiti dalla stessa Polizia penitenziaria, facciamo fatica a immaginare madri e padri di famiglia, che per poco più di mille euro al mese rischiano quotidianamente l’incolumità, vadano sul luogo di lavoro a torturare i detenuti che la collettività ha affidato alla loro custodia. Proprio per questo – argomenta ancora De Fazio – riteniamo necessari e non più rinviabili interventi sia sul piano amministrativo sia su quello legislativo che possano efficacemente prevenire e arginare il fenomeno e che abbiamo ripetutamente proposto anche in maniera argomentata e dettagliata” “Da subito, tuttavia, pure per rispondere alla richiesta di concretezza rivoltaci la scorsa settimana dal Sottosegretario con delega Francesco Paolo Sisto, chiediamo nuovamente al Ministero della Giustizia di costituirsi parte civile nei procedimenti penali conseguenti alle aggressioni, almeno quelle più gravi, patite dagli operatori anche affinché la società venga risarcita dei danni derivanti dalle assenze dal servizio, dalle cure e da eventuali menomazioni subite dalle donne e dagli uomini della Polizia penitenziaria. Del resto – conclude il Segretario della UILPA PP –, sarebbe assai singolare e difficilmente comprensibile se il Ministero della Giustizia chiedesse di costituirsi parte civile solo quando i procedimenti sono a carico di operatori accusati di aver malmenato detenuti, come nel caso del carcere di San Gimignano, e non anche al contrario”.

 

 

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