Comunicato stampa - ROMA 04/05/2021 – “Accogliamo con assoluto favore l’emendamento al decreto sostegni approvato in commissione Bilancio e Finanze del Senato, il quale autorizza la spesa di 1,5 milioni di euro per l'acquisto di divise antisommossa per il Corpo di polizia penitenziaria. Rileviamo, tuttavia, che la somma permette l'acquisto di soli 830 kit di protezione (scudo, sfollagente, body-cam con micro sim, corpetto, guanti anti-taglio) che corrisponde a una dotazione media di soli 4 kit per ogni istituto penitenziario. Si tratta dunque di un primissimo passo, come non se ne vedevano da tempo, ma sia chiaro che dovrà essere accompagnato e sostenuto da altri e più consistenti interventi”.
Lo dichiara in una nota Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando le notizie di agenzia di stampa che danno conto di un emendamento approvato in commissione Bilancio e Finanze del Senato in fase di conversione in legge del decreto sostegni e che finanzia la dotazione di equipaggiamento antisommossa per la Polizia penitenziaria.
De Fazio poi argomenta: “le rivolte del marzo 2020 hanno colto il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria assolutamente impreparato a gestire l’emergenza, che è stata affrontata stoicamente dalle donne e dagli uomini del Corpo di polizia penitenziaria, spesso non dotati neanche delle ordinarie uniformi, con mezzi di fortuna e senza alcuna formazione specifica, se non quella maturata in proprio e direttamente sul campo. Per questo abbiamo chiesto insistentemente al Capo del DAP Petralia, nominato dopo le dimissioni di Basentini, e ai Ministri della Giustizia di allora, Bonafede, e attualmente in carica, Cartabia, di fornire al Corpo l’equipaggiamento proprio di una forza di polizia, che non è solo indispensabile strumento di lavoro, ma anche dispositivo di protezione individuale”.
“Adesso bisogna proseguire su questa strada – incalza il leader della UILPA PP –, pensando anche a provvedimenti specifici per la Polizia penitenziaria e per le carceri, senza dover ricorrere ogni volta a emendamenti che si introducono in interventi legislativi che nascono con tutt’altro scopo. Oltre che sugli equipaggiamenti, difatti, bisogna intervenire sugli organici, carenti di 17mila unità, sulla formazione, sull’architettura e sull’organizzazione del Corpo, ma pure relativamente alla revisione del modello custodiale e di gestione dei detenuti, soprattutto quelli affetti da patologie mentali, anche per fermare le continue aggressioni agli operatori e che, conteggiando solo quelle più gravi, sono oltre due al giorno”.
“La direzione è quella giusta, ora bisogna aumentare i convogli e accelerare” – conclude De Fazio.