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COMUNICATO STAMPA DEL 14 OTTOBRE 2016

La UIL Polizia Penitenziaria scende in piazza il 25 Ottobre 2016 davanti alla Prefettura di Cagliari.

Organico della Polizia Penitenziaria in Sardegna carente di 611 unità, nessuna iniziativa dopo le numerose aggressioni subite dagli Agenti, pessime relazioni sindacali , emergenza quotidiana negli Istituti, mancata convocazione del Capo del Dipartimento in visita, sono solo alcuni dei punti che hanno indotto la UIL ad anticipare la protesta.

....."Da alcune settimane la UIL a tutti i livelli ha annunciato lo stato di agitazione.  In particolare nel distretto sardo avevamo chiesto un immediato intervento ai vertici dell'Amministrazione regionale e nazionale per colmare la carenza organica arrivata alla spaventosa cifra di -  611 Agenti. Avevamo inoltre chiesto interventi immediati, dopo i numerosi episodi di aggressione a danno degli Agenti per mettere in condizioni il personale di lavorare in sicurezza, avevamo inoltre chiesto un avvio /rilancio delle relazioni sindacali ed il rispetto delle regole concordate per evitare tra il personale il fenomeno tanto temuto del barnout. Infine avevamo chiesto di investire nei mezzi e strumenti per rendere piu' sicuri i luoghi di lavoro e di rendere omogenei i carichi di lavoro del personale.

La situazione in Sardegna rimane drammatica continua il segretario generale  Sardegna della UIL PA Polizia Penitenziaria Michele CIREDDU,   la visita del Capo del Dipartimento negli Istituti sardi, peraltro non annunciata, è un chiaro esempio del modus operandi dei vertici dell'Amministrazione. Si pensa ai vari progetti ma non si interviene concretamente per risolvere le problematiche della Polizia Penitenziaria, non è difficile prevedere che senza tali interventi ogni iniziativa relativa lo stato detentivo degli Istituti rimane pura utopia.

 Il carcere efficiente deve garantire la legalità , il reinserimento dei detenuti nella società, che tradotto significa sicurezza per i cittadini.

Se gli Agenti non sono messi nelle condizioni di poter assicurare il proprio difficilissimo e determinante lavoro, siamo davanti ad un grave problema che va immediatamente risolto.

In tanti purtroppo credono che la Polizia Penitenziaria svolga un mero compito di contenimento delle persone private dalla libertà, inserite in un ideologico contenitore per allontanarli dalla società. In realtà si ignora troppo spesso che tali persone dopo aver scontato la propria pena, tornano a contatto con il resto della società e se l'ultimo baluardo rappresentato dagli Agenti di Polizia Penitenziaria, che potrebbe permetterne un reinserimento efficace, viene letteralmente ignorato dai propri vertici e non viene messo in condizioni di svolgere il proprio mandato, siamo davanti ad un problema di sicurezza pubblica.

Ci rivolgiamo pertanto all'opinione pubblica, alla classe politica ed al Ministro, affinchè possano davvero prendere in carico le problematiche della Polizia Penitenziaria Sarda in maniera concreta.

Ecco alcuni dei motivi, che si uniscono a quelli elencati nel volantino di protesta che verrà divulgato a breve, per cui protesteremo davanti alla Prefettura del capoluogo sardo, massima espressione del Governo in Sardegna.

Se i vertici dell'Amministrazione non hanno saputo fornire sin'ora quelle risposte che auspicavamo, non possono essere il nostro interlocutore destinatario della protesta. Se il Capo del Dipartimento durante la propria permanenza in Sardegna non ha convocato le OO.SS. per analizzare le problematiche degli Istituti sardi, significa che allo stato di agitazione si deve far susseguire la protesta che la UIL aveva annunciato nel caso non fossero arrivate delle risposte immediate.

 

Sarà un sit in dove auspichiamo la partecipazione di tutto il personale di Polizia Penitenziaria, indistintamente dall'appartenenza sindacale, delle altre  OO.SS. che volessero aderire,  ma anche della politica sarda che  ha dimostrato vicinanza nelle parole e che ora è chiamata ad intervenire con i fatti concreti...."

 

Sarà solo l'inizio di una serie di proteste che verranno annunciate successivamente e che non avranno fine sino a quando non ci saranno degli interventi risolutivi

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