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Comunicato stampa del 21 settembre 2016 - 

Se persino al vertice sull’immigrazione organizzato negli USA dal Segretario dell’ONU Ban Ki-moon il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sentito l’esigenza di ribadire che «… Dobbiamo sradicare la cultura della radicalizzazione, della morte. In Italia e in Europa bisogna lavorare sulle periferie e, soprattutto nelle carceri …» (Corriere della Sera del 20 u.s.) è giunto il momento di dare consequenzialità agli assunti, altrimenti rischiano di essere catalogati fra gli slogan propagandistici”.

Così commenta Angelo Urso, Segretario Generale della UIL PA Polizia Penitenziaria, le ultime dichiarazioni del Premier in merito alla radicalizzazione di estremisti islamici nelle carceri. Urso poi spiega: “lo stato di emergenza correlato al sovraffollamento carcerario, peraltro non ancora risolta del tutto, è stata affrontata, in perfetta controtendenza rispetto alle modalità osservate in occasione di altre urgenze nel nostro Paese, con taglio di risorse economiche e la riduzione dell’organico della Polizia penitenziaria.”

 Mentre le altre Forze dell’Ordine si giovavano di assunzioni straordinarie (ad esempio in occasione di Expo e del Giubileo) la Polizia penitenziaria subiva tagli e ridimensionamenti, nonostante un piano carceri che ha determinato e determina l’apertura di nuovi penitenziari e ulteriori padiglioni, l’ultimo in ordine di tempo quello di Siracusa, creando nuovi posti detentivi e strutture da vigilare.

 “Ora – continua il segretario della UIL - con l’emergenza terrorismo e radicalizzazione, si afferma – giustamente – che il maggior lavoro di intelligence e prevenzione si deve attuare nelle carceri, ma la Polizia penitenziaria continua a subire la falce governativa, che a breve si abbatterà anche con l’attuazione della c.d. riforma Madia che comporterà l’ulteriore taglio di circa 4.500 unità”.

“A questo punto – prosegue il Segretario Generale della UIL PA Polizia penitenziaria – servono interventi urgenti e concreti anche correlati all’immigrazione per efficientare compiutamente il Corpo di polizia penitenziaria a livello organico, logistico e organizzativo. Servono dunque un piano di assunzioni straordinarie con procedure celeri, fondi per l’approvvigionamento di mezzi e strumenti di lavoro moderni e di tecnologie all’avanguardia che possano essere d’ausilio alla vigilanza ed alla prevenzione.”

 Non bastano però uomini, mezzi e strumenti – conclude Urso - serve anche un’organizzazione del Corpo degna di una moderna forza di polizia europea sfruttando l’opportunità offerta dalla realizzazione del riordino delle carriere, riequilibrando i ruoli intermedi (ispettori e sovrintendenti) e dotandolo di una dirigenza proporzionata pure numericamente. Ma ancor prima del riordino è necessario dare senso allo stanziamento di risorse operato dall’ultima legge di stabilità concretizzando il riallineamento dei Funzionari del Corpo di polizia penitenziaria agli omologhi della Polizia di Stato”.

“Faccio pertanto appello al Presidente del Consiglio, ma anche al Ministro della Giustizia Orlando e a quello dell’Interno Alfano, affinché inseriscano nell’agenda di governo tangibili iniziative destinate al sistema penitenziario, non mancando di offrire sin d’ora il nostro contributo di analisi, idee e proposte invitandoli ad aprire un confronto su questi temi”.

Diversamente temo che il sistema carcere sia presto destinato all’esplosione, del resto la storia di questo Paese dice che l’emergenza terrorismo della fine degli anni 70 e quella delle stragi mafiose degli anni 80 furono affrontate con provvedimenti straordinari.

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