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Comunicato Stampa 12 aprile 2011

Carceri – Suicidi agenti penitenziari- SARNO (UIL) : Interroghiamoci sui perché

 

Per quanto è nostra ferma intenzione non strumentalizzare queste morti, non possiamo esimerci dal dichiarare che due suicidi di agenti penitenziari in poco più di 72 ore debbono obbligare a riflessioni profonde sui perché di queste tragedie”

Eugenio SARNO, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, commenta la tragica notizia del suicidio dell’  assistente capo  Parisi Antonio, in servizio alla Casa Circondariale di Caltagirone, che si è tolto l vita questa mattina mentre si recava al lavoro. Sabato scorso a Sardala (CA) un altro assistente capo della polpen si era suicidato con un colpo della pistola d’ordinanza

 

Ancora una volta siamo necessitati ad inviare dolorosissimi messaggi di cordoglio ai familiari di colleghi che hanno deciso di porre fine alla loro esistenza. E’ agghiacciante doverlo fare per due volte in poche ore. Evidentemente quando, da tempo, abbiamo parlato della deriva di morte del sistema penitenziario avevamo le nostre buone ragioni. Ci riferiscono che Parisi non aveva dato alcun segnale che facesse presagire l’imminente tragedia. Alla CGIL Polizia Penitenziaria di cui era un quadro provinciale va tutta la nostra solidarietà e vicinanza”

La UIL PA Penitenziari ricorda i mancati impegni da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Diciotto suicidi di agenti penitenziari negli ultimi cinque anni sono un allarme che non si può non cogliere. Il DAP più volte ha fatto riferimento alla volontà di istituire centri di ascolto per il personale, salvo non mantenere mai fede alle promesse ed agli impegni. Benchè sia ancora tutto da dimostrare il nesso tra suicidi e condizioni di lavoro non è secondario prendere atto come tra i baschi blu della polizia penitenziaria l’incidenza dei suicidi sia ben più alta che nelle altre forze di polizia. Questo significherà pur qualcosa.

E a proposito di suicidi dall’OPG di Aversa giunge la notizia di un altro internato  che si è tolto la vita, nella nottata.

Con questo siamo a diciotto suicidi in cella dall’inizio dell’anno, cui vanno sommati i circa duecentotrenta tentati suicidi dal 1 gennaio del 2011. Molti di questi tentati suicidi sono gesti dimostrativi (circa il 55%), ma è pur vero che tantissimi gesti di autosoppressione   non sono arrivati alle estreme conseguenze solo grazie agli interventi, provvidenziali e tempestivi,  di quegli agenti penitenziari che rappresentano l’ultimo baluardo a difesa della vita e della dignità delle persone detenute. Ma di questo non si parla. Si preferisce, generalmente,  ignorare la drammatica realtà quotidiana dei nostri penitenziari, comprese le ignobili condizioni di lavoro del personale. E’ chiaro che la questione penitenziaria è una delle questioni sociali più urgenti e dequalificanti che toccano il nostro Paese che, purtroppo, rivolge al sua attenzione a ben altre, e più misere, cose”

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