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Allarme suicidi, il sindacalista De Fazio a Nordio: “Vada lui all’estero e noi ci prendiamo un altro ministro” - di Liana Milella - La Repubblica 2 luglio 2024

Il segretario generale della Uilpa ritiene del tutto inadeguate le misure del Guardasigilli sul carcere e insiste sulla “liberazione anticipata speciale” di Giachetti e Bernardini.

Un suicidio al giorno nelle carceri. Che lei Gennarino De Fazio, segretario del sindacato Uilpa della Polizia penitenziaria, documenta drammaticamente ogni volta. Siamo a 48?

“È un compito molto ingrato purtroppo. In realtà siamo già a 49 suicidi, senza considerare i casi dubbi”.

Che vuol dire casi dubbi?

 

“Ci sono delle morti di cui non viene definita con certezza la causa, per esempio quelle avvenute dopo aver inalato del gas in cella dalle bombolette da campeggio che viene a volte sniffato a scopo allucinogeno”.

Siamo di fronte a un numero di suicidi che non ha precedenti a metà dell’anno.

“È proprio così. Continuando con questo trend verrà abbattuto ogni record negativo sul drammatico fronte dei suicidi. Ma soprattutto, complessivamente, è la peggiore crisi del sistema penitenziario degli ultimi trent’anni”.

Si suicidano anche gli agenti. Perché?

“Purtroppo è proprio così. Sono già 5 gli appartenenti al corpo che si sono tolti la vita quest’anno. Le cause possono essere molte, ma noi siamo convinti che sia proprio la crisi gravissima del sistema penitenziario, in contesti di sofferenza atroce, con turni massacranti, ad incidere in modo determinante. Basti pensare che oggi, rispetto al fabbisogno reale, mancano 18mila unità”.

Nordio ribadisce il suo no alla “liberazione anticipata speciale” proposta da Roberto Giachetti di Iv e Rita Bernardini di Nessuno tocchi Caino. Sta sbagliando?

“Noi pensiamo proprio di sì. Anche perché non propone efficaci e credibili soluzioni alternative.

Lui ipotizza un decreto legge, a fine luglio, che lei ha battezzato decreto Ghost. Perché?

“Sembra proprio un decreto fantasma di cui si parla da tanto tempo, ma non sono noti i contenuti e il varo viene continuamente rinviato. Forse il Guardasigilli non si rende conto, né vuole prendere atto, della drammatica emergenza”.

Nel frattempo però Nordio si propone quale autore di una rubrica su Churchill…

“Di primo acchito mi verrebbe da dire che non resta che rimpiangere proprio Churchill. E poi visto che sempre lui ipotizza di rimandare nei Paesi d’origine i detenuti stranieri per scontare la pena gli proporrei uno scambio, vada lui all’estero e noi ci prendiamo un altro al suo posto”.

Nordio parla delle cooperative esterne per i residui di pena e di rendere più rapida la liberazione affidandola al pm. Perché ha torto?

“Se la situazione non fosse drammatica sarebbero comunque misure che mi fanno sorridere. Intanto se anche funzionassero i risultati si vedrebbero tra molto tempo. E ricordo che in carcere si muore alla media di 11 persone al mese. Sulle cooperative dovremmo saperne di più, ma il sospetto è che si tenda verso la privatizzazione di una parte dell’esecuzione penale. Quanto al ruolo del pm sulla liberazione sembra esautorare la magistratura di sorveglianza dalle proprie competenze, affidando così una parte della gestione del trattamento penitenziario alle procure quando basterebbe potenziare proprio i giudici di sorveglianza del tutto trascurati invece nel Pnrr”.

Citando il suo ddl sull’abuso d’ufficio, il Guardasigilli e il suo sottosegretario leghista Ostellari “vendono” meno detenuti con l’interrogatorio del pm prima dell’arresto e il parere dei tre giudici sulla custodia cautelare. Misure effettive o fuffa?

“Per ora sono ancora misure sulla carta. I cui effetti, anche in questo caso, si vedrebbero nella migliore delle ipotesi tra molto tempo anche perché i tre gip sono comunque previsti tra due anni”.

Anche M5S dice no a portare da 45 a 60 i giorni di liberazione anticipata ogni sei mesi, misura avversata dalla Lega e in parte anche da FdI. È un errore?

“Lo è perché a oggi è l’unica misura deflattiva immediatamente attivabile, a fronte delle proposte del ministro che sono scarsamente attuabili, e che comunque richiederebbero tempo. L’ho detto con chiarezza quando sono stato ascoltato dalla commissione Giustizia della Camera. Inoltre la liberazione sarebbe un ulteriore incentivo per favorire l’adesione dei condannati ai programmi di trattamento, riducendo le tensioni penitenziarie. Il detenuto è spinto a comportarsi bene perché altrimenti perderebbe gli attuali 45 giorni o i futuri 60 giorni”.

I “nemici” della liberazione sostengono che con questa misura uscirebbero anche mafiosi, terroristi e autori di reati gravi. Ipotizzando addirittura l’uscita di 23mila detenuti. È vero?

“Secondo i nostri calcoli assolutamente no. Perché la misura già esiste, se ne amplia solo la portata. Non è uno sconto automatico, ma sottoposto al vaglio del giudice che deve verificare il comportamento del condannato. Oltretutto basterebbe escludere i reati gravi, come del resto è sempre avvenuto per l’indulto e per l’amnistia”.

Nonostante lo sciopero della fame e della sete di Rita Bernardini e l’apertura di Forza Italia con Pietro Pittalis vede indifferenza sul problema?

“Sì, molta. E dico anche che in buona parte è dovuta al fatto che il pessimo stato delle prigioni non è attribuibile solo all’esecutivo in carica, ma anche a tutte le maggioranze di governo che si sono succedute alla guida del Paese negli ultimi 25 anni. Li considero tutti responsabili”.

 



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