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Roma, 27 Feb. – “21 detenuti e 2 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno. Con suicidi, omicidi, rivolte, tumulti, aggressioni, violenze e stupri, nel mentre si discetta della sperimentazione delle stanze dell’amore, si conclamano le stanze dell’orrore. Per quanto possa apparire paradossale, è il quadro della gestione delle carceri”.
Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, dopo l’ennesimo suicidio di un detenuto a Prato.
“Se è vero che in un mondo ideale non si dovrebbe mai stilare la gerarchia dei diritti, è altrettanto pacifico che il primo dovere di uno stato democratico dovrebbe consistere nel tutelare la vita di quanti gli sono affidati, dei suoi servitori, dei suoi abitanti. Ben vengano i sistemi a trattamento avanzato e i modelli virtuosi, purché non si acuiscano le differenze e non si instaurino diversi livelli e modalità di detenzione a prescindere dal tipo delle pene da scontare o della custodia a cui si è sottoposti e dalle cause che le hanno originate. È di ogni evidenza che chi detiene la gestione politica e amministrativa delle prigioni dovrebbe porsi come primo obiettivo quello di fermare la strage in atto e che, in assenza di misure appropriate, rischierà di aggravarsi se rilevanti risorse, umane, strumentali e finanziare verranno ulteriormente distolte dalla gestione ordinaria per essere destinate ad altro, seppur a livello sperimentale. Apprezziamo peraltro l’impegno assunto stamani, a seguito di nostra espressa richiesta, dal Sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, di aprire un confronto in merito alle ripercussioni sul carico di lavoro della Polizia penitenziaria che inevitabilmente deriveranno sia dal dover garantire l’affettività sia dall’aumento delle telefonate, ma è di ogni evidenza che il Governo tutto debba agire di conseguenza”, spiega il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“14mila detenuti in più e 18mila appartenenti alla Polizia penitenziaria in meno richiedono un intervento urgente per conseguire sia il deflazionamento della densità detentiva sia cospicui rinforzi organici, con procedure straordinarie e accelerate, negli operatori, oltre a riforme strutturali e complessive. In mancanza, altro che amore, continueranno morte, orrore e sofferenza”, conclude De Fazio.