Comunicato stampa del 16 febbraio 2024 - Carceri: Suicidi, agenti ‘cornuti e mazziati’
Roma, 16 Feb. – “La notizia dell’apertura di un fascicolo per omicidio colposo da parte della locale procura della repubblica, seppur a carico di ignoti, in relazione al suicidio di un detenuto avvenuto la mattina di San Valentino presso la Casa Circondariale di Lecce ripropone, ove mai ve ne fosse bisogno, il tema della tutela di quanti vivono e lavorano in carcere. I primi poiché dovrebbero scontare la pena e le misure cautelari in un contesto di legittimità e sicurezza che nella realtà pare molto prossimo all’utopia, i secondi perché a loro volta dovrebbero essere organizzati e avere gli organici e gli strumenti per poter assolvere alle loro funzioni in maniera efficace, dignitosa e senza dover essere costretti a difendersi per lo sfacelo delle carceri di cui dovrebbe essere indagata tutta la politica che ha governato almeno negli ultimi 25 anni”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
Naturalmente, riponiamo totale e incondizionata fiducia negli organi inquirenti e siamo i primi a volere che si faccia piena luce sull’accaduto. Di certo, però, la Polizia penitenziaria non può continuare a essere lasciata sola con i suoi appartenenti costretti, loro malgrado, ad affrontare procedimenti penali e disciplinari andando incontro di tasca propria a spese legali unite a ripercussioni negative sullo stipendio e sulla carriera anche quando dopo molto tempo, in una sorta di inversione della presunzione d’innocenza, riescano a dimostrare la correttezza del loro operato”, argomenta il Segretario della UILPA PP.
20 suicidi nei primi 45 giorni dell’anno, 14mila detenuti in più, 18mila unità del Corpo di polizia penitenziaria in meno, omicidi, risse, rivolte, aggressioni, traffici illeciti, disorganizzazione imperante. Questo il contesto in cui si opera. Uno Stato che imprigiona per la violazione di leggi, ma che sistematicamente e scientemente non osserva altre leggi che si è dato neppure nei confronti dei suoi stessi servitori, per giunta posti a presidio delle leggi. Un corto circuito per il quale i governanti degli ultimi decenni dovrebbero rispondere, probabilmente, non solo sotto il profilo politico e morale. L’esecutivo Meloni vari un decreto carceri per deflazionare la densità detentiva pure mediante una gestione esclusivamente sanitaria dei ristretti malati di mente, percorsi alternativi per i tossicodipendenti e per assicurare assunzioni straordinarie e accelerate. Il Parlamento promuova una legge delega per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria.
Gli agenti non possono continuare a essere cornuti e mazziati”, conclude De Fazio.
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