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Comunicato stampa del 3 dicembre 2023 Carceri: Gravi disordini a Como, carcere fra i più sovraffollati d’Italia

Roma, 03 Dic.  – “Solo oggi pomeriggio avevamo lanciato l’allarme sovraffollamento nelle nostre carceri che a novembre, con 60.116 presenze, ha sforato di gran lunga la soglia psicologica dei 60.000 detenuti, a fronte di 51.272 posti regolamentari, ma non tutti disponibili. E proprio a Como, che nella speciale classifica dei penitenziari super affollati si colloca al terzo posto, con 421 detenuti all’appello a fronte di 226 posti (più 186%), in serata si sono registrati gravissimi disordini, con alcuni ristretti che avrebbero devastato un’intera sezione appiccando anche fuoco a materassi e suppellettili, tanto da rendere necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Con grande professionalità, la Polizia penitenziaria intervenuta anche con operatori richiamati in servizio dal riposo o dopo aver espletato il turno di lavoro, ha ristabilito l’ordine. Vi sarebbero tuttavia alcuni agenti intossicati e almeno cinque di loro che sarebbero dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso cittadino”.

Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

"A Como, peraltro, oltre che con il grave sovrappopolamento detentivo, occorre fare i conti anche con la voragine nell’organico della Polizia penitenziaria che conta circa 200 agenti a dispetto di un fabbisogno quantificato dallo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in almeno 353 unità, con un deficit del 40%. Sarà anche per questo che l’istituto durante i disordini è stato a lungo presidiato, esternamente, dalle altre forze dell’ordine”, spiega il Segretario della UILPA PP.

“Non servono più proclami e placebo, il Governo vari un decreto carceri per immediate assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, complessivamente mancante di 18mila unità,  quale principale fattore per la soluzione dei numerosi problemi che attanagliano il sistema. Tergiversare con ulteriori palliativi rischia di vanificare, anche al di là di ogni buon proposito, quel poco di utile che si inizia a intravedere in un apparato detentivo abbandonato a se stesso da troppi anni di malgoverno”, conclude De Fazio.

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