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Roma, 20 giu.  – “Ci chiediamo cosa ancora debba avvenire nei veri e propri teatri di guerra costituiti dalle nostre prigioni affinché il Governo, il Parlamento e, in generale, la politica prendano atto dell’emergenza ormai strisciante e varino provvedimenti consequenziali e idonei a metterle in sicurezza e, magari, a renderle almeno tendenzialmente rispondenti al volere costituzionale”.

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando l’omicidio di un detenuto di origine brasiliana avvenuto ieri sera, nel carcere di Velletri, ad opera del compagno di cella, italiano, affetto da patologie mentali.

         Ogni giorno nelle carceri si registrano violenze di ogni genere, dalle risse agli stupri fra detenuti, passando per violentissime aggressioni agli operatori del Corpo di polizia penitenziaria, che ormai ammontano a oltre quattro al giorno. Anziché luoghi di risocializzazione, finiscono per essere palestre del crimine dove insistono piazze di spaccio di sostanze e oggetti non consentiti, tra cui droghe, telefonini, smartphone e persino armi. Talvolta, come nel caso di ieri sera, avviene anche qualche omicidio. Tutto ciò nella sostanziale inoperosità del Governo, che al di là delle pur condivisibili dichiarazioni d’intenti del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con specifica delega, Andrea Delmastro delle Vedove, continua a non assumere le misure necessarie a fermare quella che è una vera e propria strage, specie se si considerano anche i suicidi. Ma, soprattutto, i grandi assenti sono il Guardasigilli, Carlo Nordio, e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. Se il primo sembra essere più impegnato in altre faccende che alimentano in queste ore il dibattito politico, del secondo dopo sei mesi dal suo insediamento non si hanno tangibili notizie”, spiega il Segretario della UILPA PP.

         Peraltro, a tutto ciò si aggiunge la non gestione dei detenuti affetti da patologie psichiche e abbandonati a se stessi dallo Stato, non di rado addirittura trattenuti in carcere senza che vi sia un titolo giuridico che lo prescriva, in una realtà che supera la fantasia kafkiana, e un modello custodiale inadeguato e che da anni si dichiara di voler correggere, salvo peggiorarlo ogni giorno. A questo punto il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, s’interessi direttamente delle impellenti questioni carcerarie e vari, con procedure d’urgenza, un decreto carceri per metterle in sicurezza, anche mediante immediate assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità. Parallelamente, il Parlamento approvi una legge delega per riforme strutturali che consentano di dare efficacia all’intero apparato d’esecuzione penale, specie quello inframurario, e favorisca la cura dei malati di mente pure affinché non nuocciano agli altri e a se stessi”, conclude De Fazio.

 

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