Nella mattinata di ieri, una delegazione della UILPA Polizia Penitenziaria, unitamente al segretario generale Angelo Urso si è recata in visita nel carcere di Pisa “Don Bosco” per verificare, anche attraverso riprese video fotografiche, lo stato dei luoghi di lavoro del personale.
La visita di oggi fa seguito ad altra già effettuata nel novembre 2015 a seguito della quale erano state denunciate le precarie condizioni strutturali dell’istituto, di igiene e salubrità degli ambienti e le carenze d’organico che caratterizzavano il carcere Pisano.
“Oggi – spiega Angelo Urso – dobbiamo purtroppo ribadire che le predette condizioni sono invariate e a distanza di un anno, eccetto qualche piccolo insignificante intervento, nulla o quasi è stato fatto”.
Per documentare lo stato degli ambienti, nel corso della visita abbiamo effettuato un servizio fotografico, consultabile attraverso il seguente link: www.polpenuil.it, affinché l’opinione pubblica possa rendersi conto del degrado presente all’interno del carcere.
Postazioni di servizio inadeguate, ambienti detentivi (che per la polizia penitenziaria sono luoghi di lavoro) insalubri e carenti dal punto di vista igienico-sanitario, muro di cinta vecchio e a tratti pericolante con garitte invivibili, impianti di automazione e di video sorveglianza inadeguati, infiltrazioni di acqua ovunque.
“Tra i reparti detentivi visitati – continua il sindacalista - quello messo peggio è sicuramente il giudiziario, ma tutto l’istituto presenta impianti elettrici, idraulici e di riscaldamenti carenti e in evidente stato di decadimento, al punto che funzionano a giorni alterni e le richieste di manutenzione sono quotidiane”.
Non c’è dubbio che, evidentemente, quegli impianti non rispettano le attuali previsioni normative, né tanto meno possono ottenere le previste certificazioni.
“Va sottolineato – afferma Urso - che l’organo di vigilanza in materia di salute e sicurezza (VISAG), che dovrebbe, appunto, vigilare (D Lgs 81/2008) non risulta abbia effettuato verifiche e/o adottato alcun provvedimento”.
L’istituto è stato aperto alla fine degli anni 40 e a distanza di tanto tempo, ovviamente, è inevitabile che ci siano gravi carenze strutturali.
“Ammesso e non concesso che il Provveditore Regionale abbia inserito Pisa nelle prioritarie previsioni di spesa triennale per interventi di manutenzione – conclude il leader della UIL - sono convinto che interventi tampone non risolverebbero nulla e anzi determinerebbero un inutile sperpero di denaro pubblico. In verità il carcere di Pisa, se veramente si vuole fare qualcosa di serio e utile, dovrebbe essere chiuso temporaneamente per effettuare un completo e totale intervento di ristrutturazione”.
Attualmente sono presenti 282 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 219. Il contingente di Polizia penitenziaria stabilito ammonta a 250 unità, ma ne sono amministrati 228 di cui 40 distaccate in altre sedi e 22 impiegate presso il nucleo traduzioni e piantonamenti.
L’istituto conta una promiscua presenza di categorie di detenuti (circondariale maschile e femminile, reclusione maschile e femminile, centro clinico, semiliberi, progetto prometeo, polo universitario) assolutamente inopportuna se si considera che Pisa, dopo Firenze, è la realtà in cui si registrano più ingressi dalla libertà.
Nell’ambito di una rivisitazione dei circuiti penitenziari della Regione sarebbe forse il caso di rendere più compatibile ed omogenea la presenza dei detenuti, lasciando che l’istituto sia solo e soltanto una casa circondariale.