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Nel corso dei lavori, relativi all’istituzione delle Unita  Operative, volte ad una nuova  trasformazione dell’organizzazione del lavoro, questa Organizzazione Sindacale, in un ottica di sana collaborazione  con la parte pubblica, non a  caso, aveva  deciso di non intercedere nel merito con la S.V.  in questa delicata fase di trasformazione.

Purtroppo però, a seguito di una serie di episodi e circostanze verificatesi in questo breve lasso di tempo, e che la S.V. è ampiamente a conoscenza, questa O.S, non può esimersi dall’evidenziare alcune criticità che destano non poche  preoccupazioni al personale di Polizia Penitenziaria operante e che in alcuni casi,  da questo punto di vista, sono addirittura inappropriate, soprattutto, quando vanno a ledere  la dignità del lavoratore.

Nelle more, va  il  nostro riconoscimento a codesta A.D.  relativamente all’impegno profuso fino ad oggi, nel rimettere in moto una macchina amministrativa oggettivamente ferma a più di venti anni fa.

Di converso però,  non va sottaciuto il fatto,  che questo impegno posto in essere, sembrerebbe veicolato quasi in una direzione unilaterale, dimenticando, avvolte, che in questa dimensione lavorativa, c’è anche una compagine  che si chiama Polizia Penitenziaria e che nella giusta misura, perché appartenente ad un emisfero alternativo alla popolazione detenuta, merita la stessa attenzione se non altro, in  un ottica che verte verso la garanzia del diritto soggettivo.

*Premesso quanto sopra, vorremmo suggerire a chi forse solo per esternare un pensiero del tutto personale, a fatto  erroneamente veicolare il messaggio, che  nell’immaginario collettivo dei piani alti, c’è  la convinzione che il personale di Polizia Penitenziaria, ( NON SA FARE IL PROPRIO LAVORO…)  per cui, sarà opportuno evidenziare a chi legge e magari a chi ne avrà opportunità, che questo pensiero, secondo la UIL PA  Polizia Penitenziaria, è del tutto opinabile, spiegando anche il perché:

*Pensiamo ad esempio,  a quella che è la normale applicazione delle Disposizioni di Servizio e degli Ordini di Servizio, attualmente vigenti e che alcuni di questi, stando a quanto ci è dato sapere, sono molto datati e  a firma del precedente Direttore e non più in linea con le attuali esigenze lavorative, proprio per effetto delle nuove e continue trasformazioni delle attività  e dinamiche operative.

*Ragion per cui, volendo essere più chiari in merito, molto spesso, per non dire sempre, abbiamo delle serie difficoltà ad attuarle, come ad esempio, accompagnare i detenuti nei vari settori intramurali.

* Pensiamo alla Matricola, al settore Colloqui, al Casellario, all’Infermeria centrale, per non citare i corsi scolastici, il Teatro,  finanche il capo sportivo, dove il numero dei ristretti e molto più ampio, rispetto al numero previsto dei Poliziotti destinati al controllo delle attività e all’esercizio della  garanzia della sicurezza in Istituto.

*Pensiamo inoltre, alla mancanza della Video Sorveglianza all’interno delle sezioni, e all’assenza della  Sala Regia, che dovrebbe determinare la base della sicurezza all’interno di un Istituto.

*Oppure, alla mancanza di una sezione detentiva, destinata all’applicazione delle sanzioni disciplinari, elemento questo, determinante per gestire al meglio tutte le attività della Polizia Penitenziaria.

*Pensiamo infine,  anche  alla proposta fatta  relativamente all’organizzazione del lavoro,  dai responsabili ed operatori del Reparto  1° sez., in merito alla modifica delle fasce orarie relative alla chiusura ed apertura dei detenuti per consentire un monitoraggio della conta numerica più incisiva.

*Nelle more, abbiamo appreso che c’è già una proiezione organizzativa in merito, ma di fatto, dopo cinque mesi dagli ultimi episodi accorsi, nulla è cambiato.

*Addirittura, abbiamo appreso che da qualche giorno, è stata emanata una disposizione di servizio, dove per dare seguito all’apertura e chiusura della Porta Carraia esterna, tra l’altro non funzionante da diverse settimane, le operazioni di apertura e chiusura manuale “come cita la Disposizione di Servizio”  dovranno avvenire con la partecipazione di non meno di quattro unità di personale e  attraverso l’utilizzo degli appositi maniglioni posti all’interno e all’esterno della porta stessa.

*Signor Direttore, posto il fatto, che non rientra nelle prerogative dei compiti istituzionali  degli Agenti di Polizia Penitenziaria spostare a mano un cancello elettronico, che pesa centinaia di chili se non qualche tonnellata, ma  ancor di più, ci viene difficile comprendere  da dove verranno recuperate ogni volta queste quattro unità, se abbiamo una presenza di personale di Polizia, SOPRATTUTTO NEI TURNI SERALI E NOTTURNI  al limite della garanzia dei margini minimi di sicurezza.

*Forse, sarebbe il caso, di  prendere più seriamente in considerazione l’opportunità di attivare eventuali procedure d’urgenza, in merito a tutto quanto esposto, soprattutto per quanto riguarda l’ultimo ambito analizzato,  perchè  riteniamo che sia alquanto opinabile la regolarità di quest’ultima disposizione.

*Forse, detta Disposizione, sarebbe stata più  accettabile in una condizione di imminenza criticità operativa, per tutelare la sicurezza dell’istituto e non dopo diverse settimane di mancato funzionamento. Non possiamo infatti  pensare, che questa sia la regola, d'altronde, stiamo parlando di una casa circondariale dove a breve, come lei stesso ci ha comunicato, sarà aperto un altro Reparto e dove, guarda caso quest’ultimo, è posizionato  proprio a POCHI METRI  DALLA PORTA CARRAIA, ancora rotta  e qualcuno a quanto pare, sostiene  che i Poliziotti Penitenziari della casa circondariale di Salerno, non sanno fare bene il loro lavoro?

La nostra chiave di lettura invece Signor Direttore, è diametralmente opposta, perché riteniamo  che l’opacità di eventuali criteri posti in essere, potrebbe comportare la contrazione dei diritti soggettivi del personale di Polizia operante e se ad oggi, considerate tutte le criticità messe in evidenza da questa O.S.  vige ancora, una percezione di semi tranquillità lavorativa, non è solo merito di una Direzione attenta alle esigenze della popolazione detenuta, ma soprattutto e non lo diciamo per arroganza, ma perché è un dato di fatto, perché nella casa circondariale dove lei esercita la funzione di Direttore, forse non ha chiara contezza,  che c’è un  personale di Polizia, che con tutte le sue sfaccettature riguardanti la sfera professionale e comportamentale,  si adopera quotidianamente, con spirito di  abnegazione e senso del dovere, contribuendo a non far degenerare una situazione operativa, che se  fosse stata  messa in atto solo sulla base delle disposizioni vigenti, evidentemente sarebbe già stata dichiarata fallimentare da tempo.

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