Ascolta qui l'intervento della UILPA Polizia Penitenziaria di Gennarino De Fazio
Nella serata odierna, si è tenuta in via Arenula una riunione fra il Ministro della Giustizia e le Organizzazioni Sindacali rappresentative della Carriera dirigenziale penitenziaria.
Nella delegazione ministeriale, presenti, oltre al Ministro e alla sua Segreteria, i due Sottosegretari di Stato, i Capi di DAP e DGMC, il Direttore generale del personale e delle risorse del DAP.
La riunione si è concentrata principalmente sugli eventuali riflessi che potrebbero derivare dal riordino delle carriere delle Forze di Polizia sulle prerogative dei Direttori degli istituti penitenziari e, in generale, sull’organizzazione del sistema carcerario.
La materia, peraltro, è stata foriera di svariate prese di posizione, talvolta anche esageratamente polemiche e strumentali, nei giorni scorsi.
La delegazione UIL ha rappresentato la necessità, rivendicata a gran voce, di un intervento organico e complessivo che reingegnerizzi dalle fondamenta il sistema d’esecuzione penale e, in particolare, l’organizzazione penitenziaria del Paese. Troppo spesso in passato, infatti, la materia è stata affrontata con provvedimenti parcellizzati, assunti per ragioni emergenziali o sulla spinta di pur legittime rivendicazioni di parte.
Per la UIL occorre invece ridisegnare il sistema penitenziario, attraverso una riforma che valorizzi compiutamente le diverse professionalità, prevedendo che possano, tutte, convergere in un unico vertice, con pari dignità funzionale e professionale.
La UIL ha detto chiaramente, senza giri di parole, che il riordino delle carriere, così per come licenziato in via preliminare dal Governo, oltre a non poter (per ovvie ragioni) affrontare il problema complessivo, non risolve affatto neanche l’anomalia congenita del Corpo di polizia penitenziaria, nato come si sa acefalo.
Tuttavia, ha affermato con la stessa chiarezza che il venir meno della dipendenza gerarchica del primo dirigente di PolPen nei confronti del Direttore del carcere è insito (e come tale inevitabile) nelle funzioni dirigenziali, non incide in alcun modo sull’ordinamento penitenziario, lascia immutate le prerogative del Direttore quale “Capo” dell’istituto e risulta persino più aderente alle regole penitenziarie europee.
Se mai, la riforma in fieri, per la parte in esame, potrebbe acuire alcune disorganicità, disomogeneità e problematiche già esistenti nell’architettura sistematica dell’organizzazione penitenziaria; questo, però, non può essere motivo per ostacolare la riforma della Polizia penitenziaria, ma al contrario il fulcro su cui far leva per favorire quella rivisitazione complessiva del sistema d’esecuzione penale dalla UIL, e in verità da tutti al tavolo, auspicata.
Inoltre, la delegazione UIL ha colto l’occasione per evidenziare le principali, ulteriori, problematiche che investono i Dirigenti penitenziari, fra cui la mancata stipula del CCNL, le procedure per il conferimento degli incarichi (spesso motivo di contenziosi), le deficienze organiche, le scarse risorse – umane, strumentali e finanziarie – messe loro a disposizione, etc.
In conclusione, il ministro Bonafede ha tenuto ad assicurare che l’azione del suo dicastero sarà sempre finalizzata a garantire l’equilibrio fra le diverse professionalità penitenziarie e a consolidare la leadership indiscussa e indiscutibile del Direttore.
In tale quadro, ha rappresentato che verrà accordata al Parlamento una settimana di proroga per la formulazione del parere sullo schema di decreto legislativo; tale proroga servirà a favorire ulteriori approfondimenti e, se del caso, a migliorare sotto il profilo redazionale il testo al fine di renderne maggiormente intellegibili e chiari alcuni passaggi che possono aver destato preoccupazione nell’attuale stesura, fermo restando quanto previsto in ordine al venir meno della dipendenza gerarchica del primo dirigente di PolPen nei confronti del Direttore.
L’audio dell’intervento UIL è disponibile online.