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Ieri pomeriggio si è tenuta una nuova riunione al DAP per discutere di piante organiche extramoenia e, in particolare, del recupero delle numerosissime unità impiegate in sovrannumero al DAP. L’incontro è stato in gran parte presieduto dal D.G. del Personale e delle Risorse (Buffa) e, solo nel finale, dal Capo del DAP (Consolo).

La base delle discussione era costituita dalla proposta dell’Amministrazione contenuta nella nota dell’ 1 u.s. e disponibile online.

La UIL nel proprio intervento ha ribadito quanto già rappresentato nelle precedenti occasioni, chiedendo con forza la restituzione urgente degli operatori in soprannumero al DAP nelle sedi penitenziarie.

Rispetto alla proposta dell’Amministrazione, ha evidenziato la necessità di disciplinare nel prossimo PCD sulla mobilità generale la modalità per l’assegnazione a tutte le sedi extrapenitenziarie (e non solo ad alcune come ipotizzato dal DAP).

Inoltre, la delegazione UIL si è dichiarata fermamente e fortemente contraria a qualsiasi ipotesi di stabilizzazione (sanatoria) sia in entrata sia in uscita per gli operatori del DAP (e solo per quelli del DAP), proponendo invece un percorso di regole chiare, graduali, ma con scadenza predeterminata e ravvicinata per fare in modo che l’organico impiegato al DAP (e nelle sedi extramoenia) si uniformi alle stesse percentuali di carenza degli istituti.

In estrema sintesi, per la UIL, oltre a bloccare qualsiasi tipo di immissione, è indispensabile che gli operatori i quali, anche da svariati anni, hanno chiesto e ottenuto il trasferimento (occupando il posto in organico) e che ancora prestano servizio al DAP (perché succede anche questo!) raggiungano con celerità la rispettiva sede di assegnazione. È altresì necessario che si compilino delle graduatorie con criteri identici a quelli previsti per la mobilità a domanda, dopodiché coloro i quali si collocheranno in posizione utile nei limiti della pianta organica fissata (tenendo conto della percentuale di carenza) vi permarranno, gli altri dovranno rientrare nelle sedi di appartenenza (o concorrere al pari di tutti gli altri per l’assegnazione in sede diversa).

Purtroppo, però, molte OO.SS. sono parse intente a discutere quasi esclusivamente di criteri e decorrenze della stabilizzazione (dandola dunque per scontata e necessaria) o a produrre richieste il cui fine concreto sembra solo quello di dilatare e tempi e allontanare, fino a farlo svanire, il risultato.

Nel finale la discussione si è accesa quando la UIL ha manifestato il proprio assoluto dissenso rispetto al proposito, partecipato dal Capo del DAP, “di dare una risposta immediata all’esigenza di ridurre l’organico al DAP stabilizzando gli operatori già distaccati in altre sedi, che pur vantino requisiti di anzianità” (per poi solo successivamente procedere con il resto).

Per la UIL una scelta di tal tipo sarebbe illogica, irrazionale e illegittima. Non risponderebbe affatto al problema, come si vorrebbe far credere, atteso che di fatto nessuno si muoverebbe dal DAP (gli operatori di cui si discute sono già distaccati in altre sedi) e violerebbe le procedure di mobilità consentendo a chi proviene dal DAP di scavalcare coloro che si trovassero utilmente collocati in graduatoria.

Dopo attimi di acceso dibattito, tuttavia, l’Amministrazione ha parzialmente corretto il tiro precisando che sarà comunque necessario esperire regolari procedure di mobilità.

 La discussione è stata poi aggiornata ad una prossima riunione.

La UIL solleciterà, vigilerà e continuerà ad opporsi a qualsiasi sanatoria.

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