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In data 9 aprile u.s., unitamente ad una delegazione della UIL PA Polizia Penitenziaria, ho avuto modo di far visita alla Casa Circondariale di Monza, ai sensi dell’art. 5 comma 6 dell’ANQ, al fine di verificare lo stato dei luoghi e le condizioni di lavoro del personale, durante la quale sono state acquisite anche immagini fotografiche, a seguito di apposita autorizzazione rilasciata dal DAP (GDAP 115970 DEL 06.04.2016).
La delegazione è stata ricevuta ed accompagnata personalmente dal Direttore dell’Istituto e dal Funzionario Comandante del Reparto, cui subito si è manifestato apprezzamento per l’attenzione dimostrata. L’Istituto, in questi ultimi anni, è stato più volte visitato dalla scrivente Organizzazione. In generale si è registrata una buona miglioria degli standard di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tuttavia alcune delle annose criticità di taluni settori/ambienti si sono confermate, se non addirittura peggiorate.
La struttura si divide in due grandi blocchi: il lato sinistro, quello “vecchio” non ristrutturato in cui troviamo le sezioni 1^, 3^, 5^ e 7^, che seguono logiche di vigilanza a “regime chiuso” e il lato destro, completamente ristrutturato con le sezioni pari (2^, 4^, 6^ e 8^), caratterizzato dal regime aperto e da vigilanza dinamica.
Dal punto di vista trattamentale, la Casa Circondariale di Monza offre diverse opportunità ai detenuti e al suo interno contempla anche un pastificio, una grande falegnameria, una vetreria, un laboratorio di assemblaggio componenti, una sartoria ecc., che in aggiunta agli spazi/momenti ricreativi ottimizzano l’aspetto gestionale dell’utenza, nonostante una presenza media che si aggira ai 600 ristretti.
Il passaggio carraio seppur ora sia dotato di sistema di areazione, presenta infiltrazioni di umidità e il passaggio pedonale adiacente a quello carraio non è certo una scelta felice per la salute di chi transita.
Se una parte dell’istituto, come detto, è in perfetta tenuta igienico-strutturale, l’altra ha fortemente deluso la delegazione. Ambienti come l’area matricola, parte di quella dei colloqui, la cucina detenuti e le aule lavorazione, sono testimonianza di anni ed anni di infiltrazione di acqua piovana e di assenza di adeguati interventi di manutenzione. In qualche caso si è addirittura trovato un vero e proprio allagamento dei locali che non ha neanche consentito l’accesso. Il punto più critico è senza dubbio quello dei locali falegnameria e quelli della lavanderia, ambienti in cui l’umidità e le infiltrazioni hanno letteralmente compromesso la struttura e la stessa aria che si respira.
Il reparto femminile, ormai ufficialmente chiuso, è in attesa di essere ristrutturato per essere sostituito da una sezione a custodia attenuata. I tempi di adeguamento strutturale e di apertura sono ancora dubbi, come ignote purtroppo sono state le dinamiche di chiusura del femminile.
Buona invece la tenuta dei box agenti, soprattutto nel blocco destro. Gli ambienti sono puliti e tinteggiati ed anche le dotazioni appaiono adeguate.
Tutto l’istituto è ormai coperto dal nuovo e implementato sistema di video sorveglianza che, oltre alle sezioni detentive, offre un controllo capillare in ogni zona e settore, sia all’interno che all’esterno.
Le garitte in uso al personale appaiono dotate e ben tenute. Anche l’istallazione dei climatizzatori è da apprezzare e fa la differenza rispetto ad analoga situazione di altre realtà.
La zona antistante l’ingresso, l’area verde e la serra posta in prossimità dell’area detentiva è ben curata e dimostra che c’è attenzione costante per la cura delle piante.
La sala regia è prova di buona efficienza e il personale è ben motivato. Grazie all’implementazione della videosorveglianza, offre molte garanzie e funzionalità sulle attività di controllo.
A proposito di controllo ed efficienza, non possiamo non apprezzare il sistema che Monza sta adottando per il controllo della movimentazione dei detenuti. Ogni ristretto è dotato di tessera magnetica contenente informazioni personali e foto che consente la registrazione di passaggio ad ogni varco. Un sistema di controllo ovviamente supplementare e non esclusivo, ma chiaramente utile ed efficace. Un sistema automatizzato che dovrebbe essere esportato anche nella altre realtà, soprattutto quelle in cui la presenza detentiva è alta.
Riprendendo con la visita, la caserma agenti non ha certamente suscitato buona impressione. I luoghi comuni sono fatiscenti, gli impianti di illuminazione sono compromessi e le camere, anche quelle a pagamento, non sembrano avere dotazioni e caratteristiche degne di “canone”. Non si può sottacere che il 3° piano è inagibile da diversi anni e non vi è notizia su ristrutturazioni e riutilizzo. Rimanendo in tema di benessere di personale, anche lo spaccio agenti è soggetto ad infiltrazioni ma, al contrario della mensa, nessun intervento si è registrato.
Gli aspetti organizzativi dell’Istituto appaiono funzionali, fatta eccezione per la gestione del personale, per cui abbiamo più volte sollecitato confronti e rivisitazioni che dovrebbero trovare seguito da parte del Direttore. Sono evidenti, infatti, le difficoltà riscontrate sulla regolare copertura dei posti di servizio e numerosi sono i supporti che si chiedono ai posti fissi, soprattutto per le traduzioni e i piantonamenti. La modifica morfologica dell’istituto e le tipologie dei detenuti, diverse dal passato, imporrebbero una necessaria rivisitazione degli organici di tutti i posti di servizio.
Sul fronte delle relazioni sindacali è evidente il ritardo sulla definizione dell’Accordo Decentrato. Nonostante due anni dalla scadenza prevista dal Provveditorato Regionale, ancora oggi l’Accordo non è stato sottoscritto. Ad onor del vero, rileviamo che la trattativa è in atto e che spesso si arena o ritarda la prosecuzione non solo per responsabilità di Parte Pubblica.
Alle Autorità in indirizzo per opportuna informazione e per quanto di rispettiva competenza, segnalando la necessità di riscontare le coperture economiche eventualmente richieste dalla Direzione per sanare i problemi strutturali, specie quelli più gravi.
Al V.I.S.A.G., in particolare, si chiede la possibilità di effettuare un sopralluogo presso la Cucina, le aule lavorazione e la falegnameria.
Cordiali saluti.

 

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