Nota n. 9783 - Si è appreso che la competente articolazione sanitaria del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in data 5 gennaio c.a. ha opportunamente emanato direttive finalizzate ad acquisire, preventivamente e per tempo, le adesioni volontarie (successivamente revocabili) degli operatori della Polizia di Stato al piano vaccinale anti Covid-19. Ciò, si legge, anche “al fine di consentire un’attenta pianificazione volta alla fase attuativa della campagna vaccinale nei confronti del personale della Polizia di Stato”. Questa Organizzazione Sindacale, per sua natura, non si appassiona a logiche di inseguimento, né è affetta da complessi di inferiorità nei confronti di chicchessia; nondimeno, conosce bene e a proprie spese la profonda disorganizzazione e i ritardi ancestrali dell’Amministrazione penitenziaria, i quali finiscono costantemente col penalizzare oggettivamente gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, rispetto agli altri operatori del Comparto, così da farli apparire come figli di un Dio minore (del ché dovrebbe preoccuparsi maggiormente il genitore!). Basti pensare che, nonostante i ripetuti solleciti rivolti anche al Sottosegretario di Stato, on. Vittorio Ferraresi, gli appartenenti al Corpo continuano a essere, probabilmente, gli unici lavoratori dipendenti del Paese a cui non viene riconosciuto l’infortunio sul lavoro nel caso d’infezione da Covid-19 occorsa in occasione di servizio a causa della perdurante, quanto deprecabile, assenza di indicazioni specifiche.
Per quanto accennato, nell’allegare la nota Prot. 850/A.P.1 del 5 u.s. del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale di Sanità, si pregano le SS.LL., secondo le rispettive competenze, di voler avviare opportune e urgenti iniziative finalizzate a programmare in maniera compiuta ed efficace la vaccinazione di cui si discute per gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria.
Nell’attesa di urgentissimi riscontri, molti cordiali saluti.