Nota n. 9605 - Gentile Presidente, si è appreso che il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia e la Basilicata ha invitato i Direttori degli istituti penitenziari della circoscrizione a notificare ai detenuti nuovi giunti, in sede di primo ingresso, e alle persone richiedenti colloquio con i ristretti un provvedimento con il quale si faccia divieto, a garanzia dell’ordine e della sicurezza penitenziaria, di portare con sé, cedere, ricevere, disporre e utilizzare apparecchi per la comunicazione a distanza di qualsiasi tipo e tecnologia.
Così facendo, secondo il prefato PRAP, il cui convincimento pare essersi formato anche sulla scorta di almeno un precedente conforme registratosi presso la Procura della Repubblica di Napoli, nel caso di rinvenimento negli istituti penitenziari di telefoni cellulari et similia nella disponibilità dei detenuti, questi potrebbero essere incriminati del reato previsto e punito dall’art. 650 del codice penale.
Atteso anche il penoso gioco delle parti che si registra in Parlamento, dove forze politiche della maggioranza di governo presentano ripetutamente emendamenti finalizzati a prevedere uno specifico reato che sanzioni l’introduzione, la cessione e la detenzione di apparecchi di comunicazione in carcere e che vengono sistematicamente bocciati dagli stessi schieramenti cui appartengono i proponenti, se l’iniziativa di cui in premessa fosse effettivamente valida e percorribile potrebbe costituire un’utile strategia, finalizzata a prevenire, contrastare e reprimere l’introduzione, la detenzione e l’utilizzo dei predetti apparati ad opera dei detenuti che, com’è noto, sono sempre più frequenti.
Si prega pertanto la S.V. di voler cortesemente considerare l’argomento e di valutare la possibilità e l’eventuale modalità di estensione dell’iniziativa del PRAP di Bari a tutto il territorio nazionale.
Nell’attesa di un cortese cenno di riscontro, molti cordiali saluti.