Comunicato stampa - ROMA 14/10/2020 – “Dalla lunga riunione che ha visto confrontarsi nella giornata di ieri le Organizzazioni Sindacali rappresentative del Corpo di polizia penitenziaria e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, affiancato dai due Sottosegretari di Stato Vittorio Ferraresi e Andrea Giorgis e dai Vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, è emersa una sostanziale condivisione di intenti”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, il quale poi chiarisce: “certamente, la ripresa del dialogo, dopo lo strappo consumatosi all’inizio del marzo scorso quando la quasi totalità delle Organizzazioni Sindacali non ha risposto a un’analoga convocazione del Ministro, in forma di protesta, a causa del mancato riscontro di alcune richieste di parte sindacale ancora precedenti, è un fatto di per sé positivo e che accogliamo con soddisfazione; tuttavia, deve essere chiaro che ogni interlocuzione, per quanto garbata, cordiale e aperta, è da noi concepita come l’essenziale strumento per raggiungere risultati condivisi, ma non può essa stessa costituire il risultato!”.
“Abbiamo peraltro molto apprezzato – prosegue il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – l’approccio propositivo e le aperture del Guardasigilli, così come quello dei due Capi Dipartimento, Petralia e Tuccillo, cui forse va anche riconosciuto il merito di aver contribuito col loro operato alla distensione dei toni. Riconosciamo al Ministro anche qualche risultato raggiunto nelle ultime settimane, quali l’introduzione del nuovo reato per chi detiene o introduce telefoni cellulari in carcere e l’inasprimento delle sanzioni per le comunicazioni fraudolente dei detenuti al 41-bis, ma è necessario che si incentivino gli sforzi e si reperiscano le risorse economiche per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, ridisegnare l’architettura del Corpo e del DAP, correggere il modello custodiale, fermare le aggressioni agli operatori, riconsiderare la gestione sanitaria dei detenuti affetti da infermità mentale, ammodernare le infrastrutture, garantire gli equipaggiamenti e, non ultimo, omogenizzare il trattamento complessivo degli appartenenti alla Polizia penitenziaria con quello riservato agli operatori delle altre Forze dell’Ordine e, in particolare, della Polizia di Stato anche in occasione dell’imminente prossima tornata per il rinnovo del contratto di lavoro, solo per citare i più importanti degli argomenti trattati”.
“Per queste ragioni abbiamo chiesto al Ministro di avviare un confronto serrato, offrendo anche la disponibilità a sedere a un tavolo di discussione permanente, per affrontare singolarmente, ma in una visione di insieme e programmatica le varie tematiche e i problemi che attanagliano l’Amministrazione penitenziaria congiuntamente riconosciuti. Ci aspettiamo pertanto – conclude De Fazio – immediati segnali nella direzione auspicata, ben sapendo peraltro il Ministro che il tempo e gli accadimenti, troppo spesso, corrono molto più veloce di quanto si vorrebbe”.