Comunicato Stampa - ROMA 24/08/2020 – “In ordine alle notizie apparse su alcune testate giornalistiche siciliane e che raccontavano di un diverbio di due appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, durante un presunto servizio di trasferimento di detenuti, nel corso del quale un Agente avrebbe persino estratto l’arma di ordinanza, ci sentiamo di poter smentire categoricamente la ricostruzione dei fatti”.
Questo è ciò che dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, in relazione alle notizie diffuse in Sicilia circa un presunto alterco fra appartenenti alla Polizia penitenziaria con estrazione della pistola in dotazione. De Fazio poi spiega: “Non solo a noi non risulta nulla di tutto ciò, nonostante le verifiche che ci siamo sentiti in dovere di compiere, ma non ci risulta neppure che vi sia stato, nel giorno in cui è stato raccontato l’evento e in quello immediatamente precedente, alcun servizio di trasferimento detenuti da Palermo ad Agrigento. Parimenti, per quanto abbiamo potuto apprendere, nessun appartenente alla Polizia penitenziaria ha fatto accesso a strutture sanitarie per ricevere visite o cure a seguito di diatribe con altri colleghi”.
“Probabilmente – prosegue ancora De Fazio –, chi ha diffuso la notizia, riteniamo in tutta buona fede, si è fidato di una qualche fonte non ben informata, non volendo neppure ipotizzare che chiunque abbia volutamente premeditato di buttare discredito sulle donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria che, nonostante le enormi difficoltà dovute anche all’inadeguatezza delle risorse umane, economiche e strumentali, continuano ad assolvere con perizia e diuturno sacrificio ai loro compiti di difesa delle libere istituzioni repubblicane, cercando di concretizzare un assunto teorico e, se si vuole, forse filosofico, persino teologico, che deve conciliare sicurezza e trattamento e deve o, dovrebbe, permettere che loro simili che si sono macchiati, spesso, di efferati delitti nell’ambito della criminalità organizzata vengano rieducati, redenti e reinseriti nella società affinché svolgano un ruolo finalmente positivo”.
“Donne e uomini di Stato che pagano direttamente anche un tributo di vite, come dimostrano pure i troppi casi di suicidio che interessano gli appartenenti al Corpo e che solo due giorni fa hanno funestato anche la Sicilia; perché – conclude il Segretario della UILPA PP – anche quando, come nel caso della poliziotta penitenziaria in servizio a Palermo e morta suicida due giorni fa, le cause di un gesto così estremo non sembrano immediatamente correlabili all’ambito lavorativo, riteniamo che le asperità del servizio di polizia e, in particolare, di quello carcerario, spesso teatro anche di atti autolesionistici e anticonservativi, siano comunque destinati a segnare l’inconscio di chi, non solo vi assiste, ma, in qualche misura, li vive”.