Comunicato Stampa del 17 agosto 2010
VERONA : Agente penitenziario salva detenuto da suicidio
Si tratta di Piergiorgio Zorzi che lo scorso maggio aveva accoltellato il padre nascondendo il cadavere a pezzi ne bidone dell’immondizia
"Nella tarda mattinata odierna (ore 13.30) un agente penitenziario in servizio presso la sezione infermeria del carcere di Verona ha tratto in salvo un detenuto che aveva posto in essere un tentativo di suicidio mediante impiccagione con la maglietta che aveva indosso”
Ne da notizia la UIL PA Penitenziari attraverso il Segretario Generale Eugenio SARNO
“ Il detenuto in questione è Piergiorgio ZORZI, di anni 20, che lo scorso maggio si era reso protagonista dell’efferato delitto del padre, gettandone i resti in un contenitore dell’immondizia. Il Zorzi approfittando che l’unico agente in servizio nella sezione era impegnato nell’immissione dei detenuti ai cortili passeggi ha ricavato un cappio dalla propria maglietta che ha legato alle sbarre della finestra del bagno della cella singola in cui era allocato. Si è poi lasciato andare. Il rumore del tavolino ( e delle stoviglie rotte) caduto ha allertato l’agente penitenziario che è potuto intervenire appena in tempo a salvare la vita al detenuto. Dai primi accertamenti medici, infatti, è apparso chiaro che solo alcuni secondi di ritardo avrebbero provocato l’irreparabile. “
La UIL PA Penitenziari nel sottolineare come quello di oggi è l’ 89° suicidio sventato quest’anno rilancia l’allarme sulle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari
“ Quello di Verona rappresenta l’ennesimo atto di eroismo compiuto dai nostri colleghi all’interno dei penitenziari . Purtroppo, la quotidianità di questi tragici eventi rischia di non far più notizia, come non fanno più notizia le condizioni inumane, incivili ed illegali delle nostre carceri : 41 suicidi, 89 suicidi sventati (quindi 89 vite salvate) fanno da contraltare ai 172 agenti penitenziari feriti (con prognosi superiore ai cinque giorni) del 2010. Anche l’agente di Verona ha salvato una vita pur essendo da solo ed impegnato anche in altri compiti. Questo da una dimensione di maggiore straordinarietà al salvataggio ed è giusto riconoscere i meriti del collega cui va tutto il nostro plauso coma va la nostra gratitudine a tutti i colleghi che si sono particolarmente distinti in operazioni di salvataggio. Ma è l’intero Corpo di polizia penitenziaria che dovrebbe vedersi riconosciuto il merito di reggere un carrozzone sfasciato, com’è il sistema penitenziario italiano, con la propria dedizione, la propria professionalità cui coniuga una non comune dedizione al dovere ed uno straordinario attaccamento al servizio. Siamo certi che prima o poi anche il Ministro Alfano e il Capo del DAP Ionta riconosceranno i giusti meriti alla polizia penitenziaria . Quindi – conclude Eugenio SARNO - oltre ad elogi verbali attendiamo dai responsabili politici e amministrativi dell’universo penitenziario atti concreti in tema di assunzioni di nuove unità e garanzie piene di poter fruire dei diritti contrattuali oggi inopinatamente calpestati dal un’Amministrazione matrigna e nemica”