Roma, 01 Ago. – “In serata, i detenuti di due sezioni della Casa di Reclusione di Alessandria San Michele, in tutto una cinquantina, sembra per protestare contro il sovraffollamento reso ancora meno sopportabile dalle temperature roventi delle ultime settimane, si sono rifiutati di rientrare nelle celle e hanno inscenato atti di vandalismo contro la struttura, aggredendo anche un Sovrintendente della Polizia penitenziaria che è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Richiamati agenti liberi dal servizio, alla presenza del Comandante del Reparto, dopo una lunga e sapiente mediazione sono stati ricondotti alla calma e sono rientrati nelle rispettive camere”.
Lo racconta Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Mentre al Senato la maggioranza di governo ha approvato la conversione in legge del decreto carceri con modifiche che non ne mitigano l’inutilità e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria continuano a restare del tutto scollegati dalla realtà, come abbiamo constatato anche ieri nel corso della riunione avuta con il Capo del DAP, Giovanni Russo, nelle carceri la tensione resta altissima. E’ solo grazie alla diuturna e competente opera della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, abbandonate dalla politica e dall’Amministrazione, se ancora non è successo l’irreparabile”, spiega il Segretario della UILPA PP
“Al San Michele di Alessandria sono circa 400 i detenuti presenti, a fronte di una capienza massima di 265 posti, gestiti da soli 190 appartenenti alla Polizia penitenziaria quando ne sarebbero necessari almeno 359. Una situazione di palese ingovernabilità, ma nostro malgrado non dissimile da quella che si registra nelle altre sedi penitenziarie. Benché dal Governo sminuiscano, sono 14.500 i detenuti oltre la capienza tollerabile e 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria, cui bisogna aggiungere carenze sanitarie, deficienze strutturali, infrastrutturali e disorganizzazione imperante. Ribadiamo che servono subito misure concrete ad effetto immediato o la situazione precipiterà ulteriormente. Del resto, se proprio oggi il Vice-Presidente del Consiglio, Antonio Tajani, intervenendo al Festival della Versiliana ha dichiarato che ‘ogni suicidio di un agente penitenziario e di un detenuto è un fallimento dello Stato’ e se le parole hanno ancora un senso, 61 reclusi e 6 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel solo 2024 dovrebbero indurre ad azioni consequenziali”, conclude De Fazio.