Roma, 12 giu. – “L’evasione, l’ennesima nel Paese, di un detenuto dal carcere di Latina certifica ulteriormente il totale fallimento del sistema penitenziario e conferma, ancora una volta, l’insipienza della politica incapace di assumere provvedimenti consequenziali”.
Così Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commenta la fuga di Aboudela Dahy Ehab Mahrous, ventitreenne egiziano, avvenuta ieri pomeriggio dal carcere di Latina.
“Con evasioni ricorrenti, aggressioni e risse quotidiane, traffici di sostanze e oggetti non consentiti, omicidi e tentati omicidi, suicidi, stupri e violenze di ogni genere le carceri italiane non assolvono a nessuna delle funzioni che, ai sensi dell’art. 27 della Carta, ne giustificano l’esistenza e i costi per la collettività. Non interrompono la reiterazione dei reati, non impediscono i contatti illeciti con l’esterno, non rieducano, insomma niente di niente se non trasformarsi in vere e proprie palestre del crimine. E tutto ciò in danno soprattutto della Polizia penitenziaria, abbandonata a se stessa nel tentare di gestire una situazione di fatto ingovernabile e spesso additata come responsabile sia dall’opinione pubblica sia dalla magistratura”, rincara il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“A questo punto non bastano più le buone intenzioni, che certamente scorgiamo nei propositi del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, ma servono provvedimenti urgenti e tangibili del Guardasigilli, Carlo Nordio, e del Governo Meloni. Non è più rinviabile un decreto carceri che prenda atto dell’emergenza e detti procedure d’urgenza per cospicue assunzioni straordinarie nella Polizia penitenziaria, mancante di ben 18mila unità, potenziando altresì la formazione, la tecnologia e gli equipaggiamenti. Ma parallelamente necessita anche una legge delega per la reingegnerizzazione complessiva dell’apparato d’esecuzione penale e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Non ultime, sono indispensabili immediate misure amministrative per la revisione del modello custodiale che dovrebbe assumere il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, dei cui intendimenti, tuttavia, non si ha da tempo alcuna notizia”, conclude De Fazio.