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Roma, 09 Giu. “Nel pomeriggio odierno un detenuto della Casa Circondariale di Frosinone ha violentemente aggredito un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria sferrandogli un colpo alla gola, probabilmente con una lama rudimentale o una lametta da barba. Grazie al professionale intervento di altri colleghi il ristretto è stato immobilizzato e il poliziotto ferito è stato soccorso e immediatamente trasportato presso l’ospedale cittadino. Non conosciamo ancora le sue condizioni, ma non sarebbe in pericolo di vita”.

 

         Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Dopo la sparatoria del 19 settembre 2021, Frosinone e le carceri in generale si confermano come teatri di violenza inaudita e luoghi in cui circolano armi di varia natura, oltre a sostanze stupefacenti, smartphone e molto altro. Continuando così, e con oltre quattro aggressioni al giorno, la situazione è chiaramente destinata a degenerare ulteriormente e temiamo che possa succedere il peggio, ancor di più che nel marzo del 2020 quado si scatenarono rivolte e si contarono 13 morti fra i reclusi”, avverte il Segretario della UILPA PP.

         “Condividiamo moltissime delle buone intenzioni del Governo Meloni comunicateci per bocca del sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, ma servono fatti urgenti e tangibili. Il Guardasigilli Carlo Nordio si svegli dal proprio torpore in tema di politiche penitenziarie e, al di là delle dichiarazioni di stile utili forse per qualche editoriale, porti in Consiglio dei Ministri un decreto carceri che, prendendo atto dell’emergenza strisciante, con procedure d’urgenza possa metterle in sicurezza anche attraverso assunzioni straordinarie proporzionate al fabbisogno di oltre 18mila unità nelle file della Polizia penitenziaria. Nondimeno, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, batta un colpo, non foss’altro per dare segno di sé, e dica una volta per tutte cosa vuole fare del modello di gestione detentiva (modello custodiale)”, conclude De Fazio.

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