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Roma, 04 mag.“Frattura alla mandibola e trenta giorni di prognosi per l’appartenente al Corpo di polizia penitenziaria che stamattina presso la Casa Circondariale di Taranto è stato proditoriamente aggredito da un detenuto ergastolano e recidivo. Sono tuttavia in corso ulteriori indagini diagnostiche e per questo il malcapitato servitore dello Stato è stato trasferito dal nosocomio tarantino ad Acquaviva Miulli”.

             Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Le aggressioni ai danni della Polizia penitenziaria proseguono senza soluzione di continuità, mostrandosi ancora in forte crescita. Vista la secretazione dei dati, per supposti motivi di ordine e sicurezza pubblica, da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, stimiamo che ormai superino le quattro al giorno, considerando solo quelle più gravi. Apprezziamo la particolare sensibilità e attenzione sul tema del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con specifica delega, Andrea Delmastro delle Vedove, ma servono provvedimenti tangibili e immediati che chiedono l’impegno del governo tutto. Pure per questo sarebbe importante che il Guardasigilli, Carlo Nordio, ancora non pervenuto, desse sulle carceri concreto segno di sé”, prosegue il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Anche i protocolli d’intervento operativo, che pure reputiamo indispensabili, rischieranno di contribuire esclusivamente alla desertificazione del pianeta per lo spreco della carta (si parla di alcune centinaia di pagine) se non vi saranno gli organici sufficienti e formazione adeguata a metterli in pratica. A fronte di ben 18mila unità mancanti, necessita subito un decreto carceri, con procedure d’urgenza, per immediate assunzioni straordinarie, le quali devono essere rese possibili dal rifacimento della struttura formativa, con implementazione del numero delle scuole (in passato dismesse), quelle sì, ricavabili agevolmente in caserme in disuso. Va poi rivisto il modello custodiale, argomento di cui molti parlano, anche ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia, ma rispetto ai quali nessuno interviene e su cui vorremmo segnali principalmente dal Capo del DAP, Giovanni Russo, anche lui sinora, per quel che ci risulta, di impercettibile impatto sulle politiche di gestione penitenziaria”, spiega il sindacalista.

          “E’ ormai il momento, altresì, d’introdurre uno specifico reato o, almeno, un’aggravante a fattispecie già previste per coloro che aggrediscano operatori di Polizia penitenziaria a causa e nell’esercizio delle loro funzioni; ma c’è anche un atto concreto che si può fare subito e che chiediamo a gran voce: il Ministero della Giustizia si costituisca parte civile nei procedimenti penali a carico degli autori delle aggressioni, cominciando dal caso di Taranto”, conclude De Fazio.

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Giovedì, 08 Agosto 2024 16:15

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