Roma, 07 ott. – “Secondo i dati diffusi dall’Ufficio del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nelle carceri in soli tre giorni si è passati dai 151 detenuti e 154 operatori di martedì ai 205 detenuti e 194 operatori di oggi positivi alla SARS-CoV-2”.
A riferirlo è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Del resto, è in buona parte inevitabile che la curva dei contagi segua, con qualche giorno di ritardo, l’andamento che si registra nel Paese. Al contrario di ciò che potrebbe pensarsi, gli istituti di pena non sono affatto a tenuta stagna e, anzi, si rivelano molto permeabili e permeanti da e verso l’esterno. Questo, però, non dovrebbe indurre il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e tutte le istituzioni competenti a sottovalutare i rischi o a fungere da spettatori passivi, specie adesso che sono cadute tutte le prescrizioni di cautela e di prevenzione. Le carceri sono sovraffollate, in talune realtà ben al di là di quanto raccontino le statistiche basate su valori medi, e luoghi di assembramento per antonomasia. È necessario prevenire ora l’ulteriore diffondersi del virus per non rischiare di doverlo inseguire tra qualche settimana”, osserva il Segretario della UILPA PP.
“Rendere sempre disponibili per operatori e detenuti mascherine, disinfettanti e altri presidi di prevenzione e sicurezza al di là degli obblighi, per esempio, sarebbe un accorgimento virtuoso che purtroppo non notiamo e che non abbiamo visto neppure in passato. Ora, però, per ciò che riguarda il Covid, non siamo in fase emergenziale e, dunque, non sembra particolarmente complicato realizzare il minimo indispensabile”, continua il sindacalista.
“Non appena insediato il nuovo Governo, speriamo di poterci confrontare con il Ministro della Giustizia per affrontare in maniera complessiva la questione penitenziaria, rispetto alla quale occorre ragionare su riforme complessive, strutture e infrastrutture, organici del personale, equipaggiamenti, organizzazione, ma anche sul necessario deflazionamento della densità detentiva”, conclude De Fazio.