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Comunicato stampa - Roma, 27 mag. “Da lanci d’agenzia apprendiamo che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria avrebbe fatto sapere che il Ministero della Giustizia non ha assunto alcuna iniziativa né espresso valutazioni politiche in relazione al disegno di legge che prevede la realizzazione di ‘casette dell’amore’ in ogni carcere, nonché l’ampliamento dei casi in cui possono essere autorizzati i permessi di necessità e il numero e la durata delle telefonate ordinarie per i detenuti. Evidentemente a Via Arenula preferiscono nascondersi, anziché esprimersi compiutamente sulla fattibilità e sull’impatto che le novelle legislative avrebbero sul già disastrato sistema carcerario”.

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Noi preferiamo avere un approccio laico e non fare una questione ideologica del tema dell’affettività, ma aumentare i permessi, così come rendere giornaliere e della durata di venti minuti le telefonate dei detenuti avrà ripercussioni devastanti sul carico di lavoro del Corpo di polizia penitenziaria, i cui organici sono mancanti di ben 18mila unità. Pure per questo continuiamo a ripetere che le modifiche all’ordinamento penitenziario e, più in generale, al sistema d’esecuzione penale non dovrebbero introdursi in maniera parcellizzata e disomogenea, su singole questioni, ma in modo organico e coerente. Tuttavia, è evidente che non vi sia un disegno complessivo e l’atteggiamento del Ministero della Giustizia lo conferma ulteriormente” – aggiunge il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Da Via Arenula, dove sembra che se ne vogliano lavare le mani, dovrebbero invece esprimersi compiutamente sulla portata e sugli effetti delle misure che verrebbero introdotte con l’approvazione del disegno di legge n. 1876, il cui iter sta avanzando in Senato, e su come pensano di far fronte alle nuove ed esponenzialmente amplificate incombenze che si riverserebbero sugli operatori, già sottoposti a turni massacranti e alla compressione, persino, di diritti costituzionali quali il limite alla durata della giornata lavorativa, il riposo settimanale e le ferie annuali” – continua De Fazio.

         “Per non parlare poi della spirale di violenza che il carcere produce. Ogni giorno sono più di tre gli appartenenti alla Polizia penitenziaria che vengono aggrediti in maniera grave da reclusi, tanto che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ne ha secretato il numero esatto per motivi di ordine e sicurezza pubblici. Anche per questo, pensare all’ ‘amore’ sembra un ossimoro. Al Ministero della Giustizia, allora, la smettano di fare come Ponzio Pilato e aprano un confronto serio e complessivo sulla questione carceraria. Noi, senza pregiudizi e calcoli opportunistici, siamo pronti da sempre a fornire il nostro contributo” – conclude il sindacalista.

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