ROMA, 17/09/2021 – “La decisione del Governo d’imporre l’obbligo del possesso del green pass nei luoghi di lavoro introduce una serie di problemi aggiuntivi nelle carceri. Dai dati forniti dal DAP aggiornati al 13 settembre scorso si evince infatti che sono ben 13mila, più di un terzo, gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che non si sono ancora sottoposti neppure alla prima dose della vaccinazione anti-covid. Cosa succederebbe, allora, in caso di sospensioni dal servizio che si andrebbero a sommare alla gravissima deficienza degli organici già esistente e quantificata, dallo stesso DAP, in 17mila unità mancanti?”
È il primo interrogativo che pone Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, dopo l’approvazione da parte del Governo del decreto-legge che prevede l’obbligo della certificazione verde in tutti i luoghi di lavoro.
“Da considerare, per di più, – prosegue – che dai report forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non è deducibile il numero dei detenuti non ancora vaccinati, essendo indicato solo il totale delle somministrazioni dall’inizio della campagna vaccinale e comprendente, pertanto, anche coloro che sono successivamente stati scarcerati. Ma ogni ambiente del carcere in cui sono presenti detenuti costituisce per la Polizia penitenziaria luogo di lavoro. Come si supera allora la contraddizione?
“Al di là di come la si possa pensare, dunque, – argomenta ancora il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria – ci sembra oggettivamente evidente che il tema ponga una serie di problematiche ulteriori, anche di tenuta della sicurezza, in un sistema penitenziario già in gravissima emergenza e su cui lo stesso Governo sinora non ha fatto altro che prendere tempo con annunci seguiti, nella migliore delle ipotesi, dalla costituzione di gruppi di lavoro, ma mai da provvedimenti pragmatici e tangibili”.
“Per queste ragioni e per l’aggiornamento del protocollo di sicurezza sanitaria sottoscritto nell’ottobre dello scorso anno, con una nota indirizzata al Capo del personale, Parisi, e per conoscenza al Capo del DAP, Petralia, abbiamo chiesto un confronto con carattere di urgenza. Nei prossimi giorni, peraltro, – conclude De Fazio – valuteremo l’opportunità di intraprendere altre iniziative per cercare di riportare concretamente, e non solo mediaticamente, al centro dell’attenzione politica la questione penitenziaria”.