Ultim'Ora - In data odierna, allo sconveniente orario delle ore 15.00, si è tenuta presso il DAP la riunione prevista per il progetto formativo riguardante il programma didattico del 175° corso per Allievi Agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria.
La PP in premessa ci ha reso edotti del fatto che le unità arruolate per questo corso non saranno più 1263 ma bensì 1224 e che la graduatoria al momento non è ancora stilata.
Entrando nel vivo della discussione, abbiamo rilevato che il predetto progetto formativo era corposo, complesso e ben articolato, forse troppo per l’esigua durata del corso (6 mesi). Sebbene questo progetto fosse stato integrato dalle precedenti osservazioni, fatte in altre riunioni per altri corsi, è comunque carente, a nostro avviso, nella parte operativa e relativa tecnica applicata. Stesso rilievo è stato fatto per la parte concernente la sicurezza sul lavoro e il primo soccorso, anche per queste materie le simulazioni sul campo sono rare o inesistenti, sia per problemi logistici che economici, cosi come rilevava la PP.
Abbiamo contestato due “espressioni” riportate nel progetto, perché sempre a nostro avviso, inesatte e fuorvianti, quali:
- “l’insegnamento di prassi operative e procedure formali”, la prassi non centra niente con la formazione nè tanto meno con le procedure formali, a tratti viene confusa con la consuetudine!!!
- “l’allievo acquisirà flessibilità quale parte discrezionale del ruolo rispetto alle norme”, anche qui si è rilevato che la flessibilità e il rispetto delle norme cozzano un po’, in special modo nel mondo penitenziario, infatti, il 50 % dei consigli di disciplina ha come causa quella “flessibilità”.
Anche per la difesa personale abbiamo chiesto spiegazioni in merito, se fosse il solito modulo personale o anche di team, unità di crisi per intenderci, ma subito la PP celermente ci ha detto che è lo stesso personale di sempre.
Per l’autodifesa, dato che si parla di neo agenti giovanissimi, abbiamo insistito affinché nella parte teorica venga loro ben spiegato che dopo quelle poche ore di tecniche di autodifesa, non pensassero e tanto meno non gli venisse inculcato di poter disarmare un detenuto, le migliore cinture nere 5 dan si so prese le migliori coltellate e altro, figuriamoci gli inesperti!!!
Sugli obiettivi di integrazione abbiamo insistito, trovando una PP ben disposta e aperta a questo argomento, affinché ci siano verifiche post destinazione, ove sovente il neo agente viene abbandonato in sezione da solo, già dai primi giorni di servizio e, ove inizia a covare, fin dalla prima esperienza lavorativa, delusione e patologica precoce carcerite. Abbiamo proposto procedure di check and balance post destinazione, ove l’amministrazione centrale, addetta, segui il neo agente almeno nei primi sei mesi.
Sulle docenze l’abbiamo fatta nera, abbiamo lamentato la scelta degli insegnanti, in particolar modo per le materie tecnico\operative, ove spesso, vengono scelte determinati soggetti, solo perché hanno un curriculum vitae gonfiato di corsi e attestati, per intenderci, quelli che nella nostra amministrazione sono sempre i primi della classe, ovvero, quelli che non lavorano in carcere o nella migliore delle ipotesi quelli che lo sfiorano!!!
Tutti i componenti convocati si sono associati alla nostra posizione.
F.to: Il Componente della Commissione Domenico de BENEDICTIS