Non che ci interessi commentare ciò che scrive l’USPP, ma essendo tirati in ballo da un loro comunicato non possiamo esimerci dal fornire una elementare spiegazione che chiunque aveva compreso, ma che loro evidentemente volevano strumentalizzare.
Chiunque lavora in carcere o ci ha lavorato (da quelle parti ad un certo livello poco o niente) saprebbe bene che chiedere il presidio dei muri di cinta (ad opera della PolPen) significherebbe mettere in ginocchio la Polizia Penitenziaria, loro evidentemente no.
Ecco perché chiedendo di proclamare lo stato di emergenza delle carceri abbiamo anche chiesto di adottare provvedimenti straordinari utili a rivederne l’organizzazione interna e ad incrementare e rafforzare gli apparati di sorveglianza e sicurezza passiva. E nel frattempo si potrebbe utilizzare l’esercito per presidiare i muri di cinta delle carceri in attesa, appunto, di migliorare i sistemi di allarme e di anti scavalcamento che evidentemente richiedono stanziamenti straordinari.
Come chiunque è in grado di capire (tranne loro), quindi, la richiesta è quella di incrementare e rafforzare gli apparati tecnologici di sorveglianza per evitare che ci vada la Polizia penitenziaria e nel frattempo (cioè in attesa che ciò si realizzi) abbiamo chiesto di utilizzare l’esercito sui muri di cinta, soluzione tra l’altro già adottata anni fa.
Loro, invece, da una parte non vogliono far rientrare nelle carceri gli esuberi e dall’altra vogliono che sul muro ci vadano i colleghi, tanto a loro che gli frega se poi aumentano notti, festivi e serali e diminuiscono le ferie. A loro interessa altro!
Decontestualizzare una frase rispetto al contenuto della dichiarazione dimostra una malafede figlia evidentemente di qualcosa che gli rode.
Noi non arzigogoliamo discorsi per coprire le nostre malefatte (aspettative sindacali non retribuite dove l’USPP batte tutti i record) e nemmeno ci spertichiamo a difesa di esuberi scandalosi o per sostenere improbabili distacchi.
Noi abbiamo messo al centro della nostra azione il carcere e i colleghi dei reparti detentivi.