In data odierna presso il DAP si è svolto un confronto con le OO.SS. inerente la bozza di DM di istituzione dei nuclei di Polizia penitenziaria presso gli UEPE.
Ascolta qui l'intervento della UIL:
All’incontro erano presenti il Capo del DAP e il Capo del DGMC, il Vice capo DAP e il Direttore Generale del Personale.
Dopo una breve introduzione del Capo DAP come da prassi, tra gli altri interventi, la delegazione UIL ha effettuato il proprio intervento riferendo in premessa che pur condividendo il progetto di ampliare le competenze della Polizia Penitenziaria all’esecuzione penale esterna, non possiamo esimerci dal rappresentare quelle che secondo noi sono criticità.
Innanzitutto il percorso che si sta realizzando che a nostro avviso sembra essere il contrario di quello che si dovrebbe realizzare. Qui, infatti, siamo davanti ad una situazione in cui prima si sono assegnate le unità, poi si ipotizza un DM che fornisce gli indirizzi politici, poi si definiranno le piante organiche, le modalità e le regole di accesso al servizio, poi verranno rese note le competenze specifiche attribuite alla polizia penitenziaria e alla fine si procederà anche a modificare l’attuale quadro normativo.
Un quadro normativo che allo stato non attribuisce affatto alla Polizia Penitenziaria competenze in materia di controllo delle misure alternative alla detenzione.
Nel frattempo il personale (sia funzionari che ruoli esecutivi) sono stati assegnati all’uepe senza osservare un criterio equo e trasparente e nelle sedi individuate unilateralmente dal DGMC.
A proposito di quest’ultima affermazione il Capo del DGMC a dapprima negato che ciò fosse avvenuto, salvo poi dire nella replica finale che i provvedimenti adottati sono stati “realizzati sulla base di una prassi meditata e funzionale alle esigenze dell’amministrazione”.
Praticamente sulla base di criteri e valutazioni del solo DGMC, nonostante la materia sia oggetto di esame con le OO.SS.
Rispetto all’eventuale stabilizzazione del personale attualmente distaccato presso gli UEPE, ipotizzata in altri interventi, la UIL ha ribadito che non si può e non si deve parlare di stabilizzazione ma che eventuali eccezioni potranno essere valutate in ragione dei compiti specifici e pertinenti svolti dai poliziotti penitenziari presso gli UEPE in questi anni.
Abbiamo anche detto che nella nostra visione i nuclei di Polizia penitenziaria presso gli UEPE dovrebbero essere organizzati alla stregua dei NTP presso gli adulti, vale a dire nuclei provinciali (interdistrettuali) affidati a Funzionari e/o altri ruoli a seconda delle dimensioni e del numero di unità da coordinare, oppure nuclei locali presso gli istituti se di dimensioni modeste.
Non abbiamo, inoltre, mancato di sottolineare come il DM dovrebbe prevedere per tutte quelle materie disciplinate dal CCNL, oggetto di confronto con le OO.SS., la discussione appunto con il sindacato e che la mobilità in genere e l’attribuzione delle funzioni di comando debbano avvenire attraverso l’emanazione di specifici PCD così come avviene per gli adulti.
Per finire abbiamo sottolineato che la previsione di includere un’apposita sezione che regola il rapporto di impego del personale in servizio presso il DGMC nell’ambito dell’ANQ, deve anche prevedere un limite entro il quale realizzarla in quanto altrimenti si rischiano, come sempre, tempi biblici.
Nella sua replica finale il Capo del DGMC ha riferito che il progetto odierno viene da lontano e che in origine prevedeva un impiego più ampio di Polizia penitenziaria che, tuttavia, oggi non è ripetibile.
L’ipotesi odierna, quindi, è da ritenersi un punto di partenza che evidentemente in questa fase non può determinare l’esclusiva competenza della Polizia Penitenziaria sul controllo delle misure alternative.
Controllo che andrebbe invece inquadrato nell’ottica di una collaborazione con le altre Forze di Polizia, ma soprattutto che i controlli demandati alla Polizia Penitenziaria non sarebbero quelli propri demandati ai predetti Corpi ma quelli sul rispetto delle prescrizioni e del corretto comportamento del soggetto in misura alternativa alla detenzione, oggi demandate all’UEPE e di conseguenza agli assistenti sociali.
Di fatto, quindi, la Polizia penitenziaria andrebbe ad affiancare o surrogare l’attività degli assistenti sociali con tutto ciò che questo implica.
E’ stato sottolineato anche che l’attività della Polizia penitenziaria non deve andare ad invadere le competenze delle altre Forze di Polizia.
Nonostante gli auspici contrari del Capo del DGMC la UIL in un quadro complessivo della situazione non si è potuta esimere dal ribadire tutte le proprie perplessità rispetto alla contrapposizione che questo provvedimento potrebbe determinare tra gli assistenti sociali e la Polizia penitenziaria, ma anche la confusione che potrebbe generarsi nel Poliziotto penitenziario (agente o ufficiale di PG) nelle fasi di un sopralluogo dove dovrebbe “controllare” avendo cura di non invadere le competenze della altre Forze di Polizia.