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In data odierna presso il DAP si è svolto un confronto sindacale relativo allo schema di DM inerente l’organizzazione e l’individuazione della funzioni presso l’USPEV.

La riunione è stata aperta dal Capo del DAP il quale dopo qualche intervento ha lasciato la conduzione al Dr. Buffa Direttore Generale del Personale e della Formazione.

In apertura il Capo del DAP ha ricordato che questo è il terzo incontro che si realizza sulla materia e che la bozza odierna è sostanzialmente modificata rispetto al passato. Ha quindi invitato le OO.SS. ad esprimere le proprie osservazioni.

Nel proprio intervento (ascolta l’audio) la delegazione UIL presente ha dapprima osservato come l’organizzazione proposta appare quanto meno insolita rispetto agli istituti penitenziari in quanto l’incarico di Direttore sarebbe assegnato ad un Dirigente penitenziario (per noi opportuno un Dirigente di Polizia Penitenziaria) ma nel contempo si prevede l’istituzione di due distinti reparti con due comandanti e due vice comandanti. Di fatto si avrebbero due Comandanti di Reparto nell’ambito della stessa sede di servizio e questo qualche problema di compatibilità rispetto agli istituti penitenziari lo creerebbe.

Abbiamo sottolineato quanto segue:

  • la sede predetta, essendo appunto una sede periferica dell’amministrazione, debba essere sede di contrattazione decentrata e in quanto tale a quel livello, con le OO.SS. rappresentative, deve disciplinare tutte le materie che regolano i diritti contrattuali e il rapporto di lavoro contenute nel CCNL e nell’ANQ;
  • l’incarico di Comandante di Reparto debba essere attribuito attraverso le procedure già disciplinate dal PCD che disciplina tali funzioni, anche aggiornandolo se necessario dato che è inaccettabile il fatto che quegli incarichi al di fuori degli istituti penitenziari non seguano criteri equi e trasparenti e che la loro permanenza deve essere parificata a quella del Direttore;
  • che va chiarito cosa si intende per svolgimento dei servizi di vigilanza presso le strutture del Ministero della giustizia in Roma perché se ci si riferisce alle sedi centrali va bene, viceversa se si tratta di sedi territoriali si va oltre quelli che sono i servizi istituzionali demandati al Corpo di Polizia Penitenziaria;
  • di chiarire che le articolazioni territoriali di uno o più nuclei operativi presso gli UST devono essere incluse nell’organico complessivo dell’USPEV in quanto al contrario le unità impiegate sarebbero indefinite e indefinibili, ma soprattutto sottratte ai servizi operativi all’interno degli istituti;
  • sottolineato che presso l’UCIS possono essere distaccate unità di Polizia Penitenziaria e non “rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria”;
  • sui requisiti di accesso abbiamo chiesto di innalzare i limiti di età, di specificare chi ha la competenza a stabilire le patologie che costituiscono pregiudizio allo svolgimento dell’incarico, di garantire l’eventuale accesso a coloro i quali vengono assolti in pendenza di procedimento penale, di dimezzare le limitazioni conseguenti l’esistenza di procedimenti disciplinari che hanno previsto una sanzione superiore alla censura; che le domande di partecipazione devono essere disciplinate nell’ambito del PCD che regola le procedure generali della mobilità;
  • sulla durata dell’impiego abbiamo chiesto di riformulare l’art. 10 nel senso di renderlo omogeneo rispetto a ciò che avviene nelle sedi periferiche in materia di NTP, vale a dire prevedendo una percentuale che ogni anno deve ruotare garantendo così a chi entra una permanenza che può andare dai 5 ai 10 anni a seconda della percentuale scelta; nessun privilegio rispetto alla sede da scegliere al termine del periodo di permanenza ma, piuttosto, la possibilità di presentare domanda di trasferimento nel frattempo; nessuna aliquota fissa in ragione appunto dell’omogeneità di ciò che avviene negli istituti penitenziari e nei NTP.

La riunione si è conclusa con l’impegno dell’amministrazione di valutare tutte le osservazioni formulate dalle OO.SS.

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