Ultim'ora 14.06.16 - Ieri mattino, a seguito della lettera unitaria inviata dalle OO.SS. in occasione della celebrazione dell’Annuale del Corpo, si è tenuta la riunione con il Ministro con all’ordine del giorno il riordino delle carriere per gli appartenenti alla Polizia penitenziaria.
Oltre al Ministro Orlando ed al Capo di Gabinetto Melillo, erano presenti il V. Capo De Pascalis, il D.G. del Personale Buffa e la Responsabile URS Conte per il DAP, nonché il Capo del DGMC Cascini.
La riunione è stata introdotta dal Capo di Gabinetto il quale ha quasi immediatamente lasciato la parola alle OO.SS. precisando che si voleva acquisire il loro parere prima di licenziare il documento finale sul riordino.
La delegazione UIL (audio disponibile online) in premessa ha espresso soddisfazione per la convocazione, auspicando tuttavia che segni l’avvio di un confronto a 360° con il livello politico su tutte le problematiche che investono la Polizia penitenziaria. In altre parole che si dia vita a quella fase “fase 2” , più volte annunciata, che dovrà occuparsi concretamente della PolPen dopo la “fase 1” che si è preoccupata di affrontare l’emergenza penitenziaria sotto il profilo detentivo. Anche perché, ha precisato al UIL, se è vero che il confronto con le Amministrazioni è ripartito sotto un profilo formale, è altrettanto vero che rimane inconcludente sotto il profilo sostanziale atteso che non si assumono determinazioni tangibili.
Di seguito al UIL ha ribadito la necessita di rimodulare le piante organiche degli istituti penitenziari e dei PRAP e di definire quelli del DGMC e delle sedi extramoenia al fine di recuperare ai compiti istituzionali i troppi operatori impiegati in sovrannumero fuori dalle carceri prima dell’attuazione della c.d. legge Madia.
Sul riordino, invece, è stato rappresentato con forza che se il testo è quello riassunto dal DAP nel corso degli incontri delle scorse settimane non può essere condiviso dalla UIL.
Quell’ipotesi (da noi definita “sostituto riordino”) se approvata comprimerà le carriere verso il basso scavando alla base anziché innalzare il vertice e ambire a scalarlo. Per la UIL, invece, il riordino dovrà esaltare e ristorare la base valorizzando merito, professionalità e sacrificio. Dovrà inoltre esaltare la specificità e non fare della specificità motivo di penalizzazione.
La nostra delegazione ha dunque evidenziato come le risorse economiche destinate alla revisione degli ordinamenti, ripetutamente erose negli anni, siano largamente insufficienti. Inoltre per la PolPen emergono problemi ulteriori, atteso che per finanziare l’allargamento della Dirigenza si vorrebbero tagliare ulteriormente (rispetto a quanto già previsto) gli organici degli Agenti.
La UIL (quasi in solitudine) ha sostenuto che la PolPen ha bisogno e non può rinunciare ad avere una propria Testa, una propria Dirigenza – in prospettiva anche di livello generale – proporzionata pure nei numeri a quelle delle altre FF.PP. Tuttavia, non può rinunciare ad avere i piedi e le gambe su cui quella testa dovrà camminare (“non ci potete dire che per avere la testa dobbiamo amputarci le gambe; siamo stanchi di essere un Corpo amorfo”). Ha dunque richiesto che il Governo trovi ed apposti specificatamente per la PolPen risorse aggiuntive, atteso che durante l’emergenza grazie all’esclusivo sacrificio degli operatori non si è proceduto ad assunzioni straordinarie come per le altre FF.PP. recuperando fondi per far fronte alla congiuntura economica (“rivogliamo quei soldi, non si può vanificare il sacrificio degli operatori; vogliamo un’equiordinazione della dignità prima ancora che l’equiordinazione dei ruoli e delle qualifiche”).
Di seguito la nostra delegazione ha sollecitato chiarezza sul riallineamento dei ruoli direttivi del Corpo (quello degli ispettori e dei sovrintendenti è già previsto nella bozza riordino), rimarcando che a distanza di 6 mesi dall’approvazione della legge di stabilità non solo non è stato adottato il “provvedimento normativo” cui essa rimanda, ma non è dato sapere neppure quale strada si intende percorrere. Per la UIL dovrà essere (“la più efficace, la più breve ed a scorrimento veloce”). A tal proposito ha evidenziato, tenendo conto che il riallineamento è stato incardinato dalla legge di stabilità nel comma n. 155, art. 3, della legge n. 350/2003, che già in passato sulla spinta della Polizia di Stato e per sanare disallineamenti è stata data attuazione a quel comma in maniera parziale e con decretazione d’urgenza (d.l. 238/2004).
In conclusione la UIL (e solo la UIL) ha chiesto, in analogia con quanto sta avvenendo per la Polizia di Stato, di avviare un tavolo tecnico da unire con gli altri al fine di addivenire ad un confronto congiunto fra le OO.SS., le Rappresentanze e le Amministrazioni del Comparto.
Il Ministro, di cui si sono apprezzate la franchezza, la precisione e il non aver eluso le questioni poste, non ha negato che nei rapporti di forza nell’ambito del Comparto Sicurezza la PolPen storicamente – e non certo per propria colpa – non è in posizione favorevole e che dunque le difficoltà siano maggiori. Ha riconosciuto che sarebbero necessarie risorse economiche aggiuntive, pur non negando che sarà complicato reperirle e reperirne a sufficienza. Ha però garantito il proprio impego in diverse direzioni utili a migliorare lo stato delle cose ed a favorire il processo di rinnovamento e riqualificazione del Corpo pure attraverso il potenziamento dei ruoli intermedi e di quelli tecnici.
Sul riallineamento dei ruoli direttivi ha spiegato che la sua collocazione naturale sarà nel riordino delle carriere, ma che se ci dovessero essere dei rallentamenti si introdurrà con un emendamento nel D.D.L. di riforma del processo penale (e altro) in corso di approvazione.
Infine, ha invitato a proseguire il confronto sul riordino in sede tecnica.
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Verso le ore 16.00, dunque, la riunione è proseguita al DAP in sede tecnica. Tuttavia si è tradotta in una discussione – o pseudo tale – esclusivamente sui numeri della dirigenza (e solo di rimando per gli altri ruoli).
Contrariamente a quanto richiesto dalla delegazione UIL, ancora una volta non è stato esplicitato compiutamente il progetto complessivo da cui dedurre in numeri, ma l’Amministrazione ha cercato goffamente di giustificare l’entità della dirigenza già determinata venerdì scorso in un confronto fra amministrazioni (125). In sostanza ha detto di voler coprire (oltre a DAP, PRAP e CGMC) gli istituti penitenziari ad “incarico superiore” e quelli di I livello (il DM che dovrà individuarli non è però ancora stato emanato). Tuttavia si è compreso subito che così facendo i posti di funzione sarebbero di numero maggiore (in totale 154), per cui si ingenererebbero ulteriori sperequazioni con carceri di pari livello di responsabilità il cui reparto di PolPen sarebbe guidato a volte da un Dirigente a volte da un Direttivo!
In quel marasma, fra chi ha sostenuto che i dirigenti della PolPen non servono negli istituiti penitenziari e ne ha chiesto al massimo 60 e chi ha proposto di inglobare gli Ufficiali del ruolo ad esaurimento, se ne sono sentite di vario genere.
La UIL si è sottratta a quel tipo di discussione, chiedendo – purtroppo vanamente – di potersi confrontare rispetto a un’idea complessiva sul futuro dell’Amministrazione e sul destino di tutti i ruoli, non solo sulla Dirigenza. Per quanto concerne la Dirigenza, ha tuttavia precisato che – ferma restando l’esigenza di non tagliare ulteriormente i ruoli di base – è auspicabile prevedere un Dirigente della PolPen (oltre che al DAP, nei PRAP e nell’ambito del CGMC) in ogni istituto penitenziario e presso i Reparti Traduzione e Piantonamento.
La riunione si è conclusa verso le ore 18.30 con l’Amministrazione che si è riservata di far conoscere le proprie determinazioni! (Ma un tavolo tecnico non dovrebbe decidere congiuntamente?